Mestre, basta lamentarsi: vediamo il positivo che già c’è
L’amministrazione comunale ha bisogno di essere affiancata da un tessuto imprenditoriale lungimirante, capace di vedere in Mestre un investimento per il futuro

Mestre è destinata a rimanere un’appendice del centro storico di Venezia, Mestre è un grigio dormitorio o una città senz’anima? Chi lo pensa rimarrà sorpreso se scoprisse la ricca offerta culturale e sportiva che la terraferma ha proposto negli ultimi anni, spesso a titolo gratuito.
L’estate mestrina di questo 2025, ad esempio, ha ospitato molti concerti al Parco Albanese, la kermesse di Radio 105 al Parco San Giuliano e un’altra edizione di successo del Mestre Bookfest, un vivace festival del libro nel cuore della città. Dal lato sportivo gli ultimi anni hanno visto i successi sportivi del Basket Mestre, la rinascita del calcio Mestre - che dopo anni di purgatorio sportivo è riuscito a riconquistare la serie D - la pallanuoto mestrina che milita nella serie B nazionale sia nel campionato maschile che femminile e, non per ultimo, la gloriosa scuola di scherma “Livio De Rosa” che continua a sfornare campioni a livello internazionale.
Parallelamente allo sport e alla cultura, una serie di interventi di riqualificazione senza precedenti sta trasformando il panorama della città. Progetti pianificati da anni stanno oggi rivoluzionando l’offerta per società sportive, grandi e piccole, e associazioni culturali. Il Bosco dello Sport, di cui si è già discusso ampiamente, rappresenta un volano straordinario non solo per eventi sportivi di alto livello, ma anche per riportare a Mestre grandi eventi culturali di massa, assenti da decenni.
Da segnalare anche il nuovo palasport di via Vallenari, operativo da dicembre 2025, che potrà ospitare circa mille spettatori e accogliere eventi di varia natura, liberando spazio al Palavega di Trivignano. Sul fronte sportivo, spiccano il rinnovamento dello storico stadio Baracca, caro ai mestrini, e il rifacimento del manto erboso del campo da calcio al Parco San Giuliano, dove le società sportive locali continuano il loro prezioso lavoro di promozione sportiva tra le nuove generazioni.
Non meno rilevante è la trasformazione dell’ex Emeroteca, da anni in stato di abbandono, in un elegante spazio polifunzionale. Questi risultati, frutto di investimenti economici, impegno personale e sacrifici significativi da parte della comunità e dell’amministrazione, rappresentano solo l’inizio. Tuttavia, il loro successo dipende dalla partecipazione attiva dei cittadini, indispensabile per evitare che tali sforzi vengano vanificati e per scongiurare le consuete lamentele. Questo, a nostro avviso, è l’unico percorso per liberare Mestre dai vecchi stereotipi e costruire un’immagine nuova e autentica della città.
C’è ancora molto da fare, ma quanto descritto rappresenta una solida base, un terreno fertile per far crescere una pianta rigogliosa. L’amministrazione comunale ha bisogno di essere affiancata da un tessuto imprenditoriale lungimirante, capace di vedere in Mestre un investimento per il futuro. Il progetto Mestre potrebbe così diventare una novità significativa per i prossimi vent’anni, generando, in sinergia con il centro storico, ricchezza e benessere per tutti i cittadini, attirando nuove opportunità anziché respingerle.
Mestre è stata spesso descritta, a torto, come un luogo inospitale. Come altre città, deve certamente fare di più, ma non possiamo negare i progressi realizzati in questi anni, che meritano di essere riconosciuti e contemporaneamente sfruttati dai cittadini di ogni età.
La sinergia da applicare tra cittadini e istituzioni per combattere stereotipi e insicurezza è possibile solo se inizieremo a sfruttare quello che di bello è stato creato in questi anni, solo in questo modo potremo invertire un’immagine che spesso tale è rimasta nel corso degli anni.
L’insicurezza si nasconde negli angoli bui, la nostra missione sarà quella di illuminare la città.
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