Vogalonga, spettacolo di barche e colori nel segno della laguna
Ha stracciato tutti i primati del passato la Vogalonga che si è svolta ieri. Dal bacino di San Marco per trentadue chilometri attraverso barene, isole e canali hanno remato in 6.103 su 1.667 imbarcazioni di ogni tipo. Nata a metà degli anni Settanta per sensibilizzare sul fenomeno del moto ondoso a Venezia la Vogalonga ha richiamato appassionati non solo da tutta Europa, inglesi, francesi, olandesi, belgi, serbi, tedeschi e ungheresi, anche australiani.
Tra le imbarcazioni che ieri mattina sono partite anche le più spettacolari, almeno per i veneziani, come la «disdotona», la lunga gondola a 18 remi, la «quatordesona» e la «dodesona», tutte applauditissime a Sant'Erasmo, a Murano e lungo il canale di Cannaregio, dove i veneziani hanno festeggiato tutti coloro che passavano (quest'anno c'era anche la banda di Cadoneghe). Non una gara ma una «passeggiata» sull'acqua più famosa del mondo per la felicità di esserci e portarsi a casa diploma e medaglia. Ma come sempre sono in tanti a farla per misurare il tempo, per raccontare di essere arrivati davanti alla chiesa della Salute per primi o quasi. Ecco allora che, alle 10 e 58 minuti, a ritirare per primi i ricordi della 37ma edizione della Vogalonga sono stati gli otto atleti della Canottieri Aniene di Roma. Mentre, per quanto riguarda la voga alla veneta, non poteva che essere la famiglia Vignotto a far valere la supremazia in Canal Grande, ma questa volta a poppa di quello che chiamano il pupparone, perchè ha la linea del puparin ma a vogare sono in sedici, c'era Candido Vignotto, il papà del campione del remo Rudy. Seguiti subito da un equipaggio composto da otto della Remiera Frencescana. E poi un'imbarcazione della Voga e Para a pope della quale c'era, nonostante i suoi 72 anni, il maestro d'ascia di Burano Agostino Amadi. Alle 11,27 è arrivato il primo Dragon boat con un equipaggio misto in due sensi, composto sia da uomini e da donne ma soprattutto da docenti e studenti sia di Architettura che di Ca'Foscari, nonostante in ogni occasione, come accade tra i più blasonati Oxford e Cambridge, gli equipaggi delle due università veneziane non perdano occasione per sfidarsi. Poco dopo, ha tagliato l'agognato arrivo la prima caorlina, della Remiera Cannaregio, e alle 11,50 Maurizio Quintavalle della Voga e Para di Burano, che si è fatto tutti i 32 chilometri da solo alla valesana. Ma non è stato l'unico: dopo quindici minuti ha concluso la sua fatica anche Enzo Ciliberti della Remiera Cannaregio. Le prime gondole ad accostarsi alla Salute sono state le due a quattro remi del Centro sportivo nautico del Lido, a pope di una delle quali c'era Stefano Fort. Innumerevoli le yole, le canoe, le polinesiane, anche quella di sei ragazzi australiani. Poi le tre imbarcazioni delle donne in rosa, diciotto per ogni barca e su una al timone il campione olimpionico Daniele Scarpa. Un equipaggio dal Lazio organizzato dalla Federazione cannottaggio composto da atleti diversamente abili e poi tanti bambini con i papà o le mamme, sulle canoe, sulle caorline e sulle gondole. Da segnalare solo un piccolo incidente: alla partenza, a causa della ressa di barche, si è rovesciato il kajak di Alberto, il numero 157, ma è riuscito a risalire e soprattutto a ripartire.
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