Venezia ritrova il turismo. Bar e ristoranti pieni dopo tre mesi di stop

Difficile trovare tavolini vuoti. Bene le Gallerie dell’Accademia. Pancin (Aepe): «Rincuora vedere la gente che torna in città»

VENEZIA. Ebbene sì….sembra che finalmente “andrà tutto bene”. Tre mesi a casa per sconfiggere il coronavirus con il risultato che ora la voglia di uscire e di stare insieme è incontenibile.

Lo si è visto ieri in una Venezia che non ha di certo perso il suo fascino, come dimostrano le migliaia di turisti arrivati da tutto il Veneto per immortalarla negli scatti di macchine fotografiche e cellulari o per apprezzarla camminando all’aria aperta, baciati dal sole.

La carica dei veneti ha intasato treni, autobus e battelli, ma ha anche portato un segno concreto di rinascita e rafforzato la speranza di una ripresa che, con l’apertura dei confini, si spera si faccia sentire. Difficile trovare un tavolino all’aperto vuoto in un ristorante o in un bar.

File e file per un gelato, ma anche per concedersi un acquisto dopo tre mesi di astinenza da qualsiasi shopping. Di sicuro chi è venuto credendo di trovare una città meno affollata del solito ieri si è ritrovato in una piazza San Marco che ricordava quella del Carnevale, ma con turisti muniti di mascherina, sollevata ogni tanto per respirare.

Dalla stazione a Sant’Elena la città è tornata meta di chi ha scelto Venezia. Dall’Erbaria di Rialto a Via Garibaldi, da Fondamenta degli Ormesini a Campo Santa Margherita, famiglie, amici e coppie non hanno rinunciato a un pranzo, a un caffè o a un aperitivo.

Tra i pendolari molti ne hanno approfittato per visitare le Gallerie dell’Accademia, il primo museo aperto della città che ha avuto numeri sorprendenti, ben oltre le aspettative previste. Non sono mancati visitatori anche al Museo Ebraico del Ghetto, aperto nei fine settimana. Domani riapre la Collezione Peggy Guggenheim, e il 13 sarà la volta di Palazzo Ducale e degli altri parte dei Musei Civici. Insomma, c’è voglia di vivere in tutte le forme: entrando nelle chiese, ammirando un dipinto in un museo, guardando i colori del Bacino, passeggiando tra le calli o assaporando uno spritz dopo tanto tempo.

Calli e campi pieni da chi ha scelto una passeggiata tranquilla lungo le Zattere a chi si è incamminato lungo Riva degli Schiavoni arrivando fino al Giardini della Biennale.

«Rincuora vedere che c’è gente che sta tornando a Venezia», ha detto Ernesto Pancin dell’Aepe, «spero che questo sentimento sia condiviso da tutti perché ci sono migliaia posti di lavoro in ballo e poterli mantenere significa garantire il tessuto sociale della città. Ricordo che ci sono imprenditori che hanno anticipato la cassa integrazione che non è ancora arrivata e che Roma ci ha abbandonati». Se i ristoratori hanno potuto toccare con mano il segno di un risveglio della città, è ancora presto per gli albergatori che attendono la riapertura dei confini regionali, ma soprattutto degli aeroporti: «Ha riaperto una cinquantina di alberghi su 400», spiega il direttore dell’Ava Claudio Scarpa, «dalla prossima settimana capiremo se Venezia verrà scelta anche da chi abita fuori dal Veneto, ma dalle persone che ci sono in giro vogliamo essere fiduciosi e ottimisti». —

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