Truffa alla Cisl, il perito del pm «Situazione contabile kafkiana»

«La documentazione contabile ha posto in evidenza una situazione caotica di completo abbandono, quasi kafkiana, lontana da qualsiasi immaginario di una buona e corretta amministrazione». Queste le parole usate dalla commercialista Emanuela Vigani, incaricata di prendere in esame la contabilità del sindacato tra il 2008 e il 2013 nell’ambito dell’ inchiesta sull’ex segretaria della federazione del commercio (Fisascat) della Cisl Bertilla Manente, sull’altro dirigente Andrea Gaggetta e sul sindacalista Luca Zuin, dal pubblico ministero di Venezia Giorgio Gava. Intanto, il segretario della Cisl veneziana Lino Gottardello ha commissariato la Fisascat che per almeno due anni, finchè non ci sarà il nuovo congresso, è retta dalla responsabile organizzativa della Cisl Rosetta Raso, arrivata appositamente da Roma. I vertici dell’organizzazione sindacale hanno già deciso di costituirsi parte civile con l’avvocato Elio Zaffalon nel processo contro i tre, per i quali la Procura chiederà presumibilmente il rinvio a giudizio, e hanno messo al lavoro i probiviri, che stanno prendendo in esame l’attività dei tre in rapporto alle regole interne.
Nella consulenza per il pubblico ministero la commercialista chiarisce prima di tutto che gli incassi del sindacato provengono dalle quote versate periodicamente dagli iscritti e dall’assistenza fornita agli stessi per l’attività legale e sindacale. In secondo luogo spiega che la federazione di categoria «non ha alcun obbligo fiscale e conseguentemente redige il bilancio soli ai fini della rendicontazione all’organismo centrale della Cisl». «Le modalità amministrative non devono comunque permettere situazioni contabili poco cristalline», prosegue la dottoressa Vigani, «vi deve essere una naturale esigenza di chiarezza e limpidezza nei confronti degli iscritti, i quali devono conoscere la reale destinazione del consistente flusso di denaro che affluisce nelle casse del sindacato». E questo, alla Fisascat Cisl almeno finchè sulla poltrona di segretario si sono succeduti Manente e Gaggetta, non è sicuramente avvenuto, stando alla consulenza della commercialista. «Tra la documentazione contabile», si legge ancora nella perizia, «sono stati rinvenuti alla rinfusa scontrini fiscali e non, ricevute, fatture, estratti conto bancari, rimborsi spese dei dipendenti e dei segretari, bilanci dei vari esercizi per il 2008 e per gli anni successivi. La documentazione è stata rinvenuta in modo sparso in buste, sacchetti, cartelline, borse di plastica, senza alcun criterio di archiviazione». Qualsiasi verifica contabile, insomma, è stata difficile e proprio su questo, stando all’accusa, i due ex segretari finiti sotto inchiesta avrebbero contato per mettersi in tasca migliaia di euro senza farsi scoprire.
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