Traffico di rifiuti in Veneto il pm Gava oggi a Roma

Oggi il pubblico ministero di Venezia Giorgio Gava sarà a Palazzo San Macuto, a Roma, per rispondere alle domande che i trenta componenti (quindici senatori e quindici deputati) della Commissione parlamentare d’inchiesta sul traffico di rifiuti vorranno rivolgergli. È stato convocato dal presidente Alessandro Bratti, esponente del Pd, che già aveva anticipato di volerlo sentire quando, il 28 novembre dello scorso anno, negli uffici della Prefettura veneziana aveva convocato rappresentanti delle istituzioni e magistrati per conoscere la situazione per quanto riguarda la criminalità che si occupa di traffico di rifiuti nella provincia di Venezia e nella terraferma veneta.
Nella Procura lagunare, il pm Gava è colui che ha seguito il maggior numero di inchieste sul traffico di rifiuti, ma ai parlamentari della Commissione - aveva spiegato lo stesso presidente Bratti durante una conferenza stampa finale - interessava conoscere retroscena e risvolti in particolare dell’ultima indagine, quella che aveva portato all’arresto di Franco Fior, il dirigente regionale dell’Ambiente, e di altri personaggi.
A dire del presidente Bratti, gli accertamenti del pubblico ministero lagunare avevano messo a nudo un sistema molto simile a quello che viene applicato nel Sud nella gestione del traffico di rifiuti.
«Tra Veneto e Campania non vedo grandi differenze, certo nel Sud Italia c'è il radicamento della criminalità organizzata che per fortuna manca al Nord, ma per quanto riguarda la corruttela e le conseguenze di danno ambientale che genera nell'ambito della gestione delle discariche la situazione è simile» si era spinto a sostenere il presidente della Commissione, un esperto in materia visto che prima di essere eletto in Parlamento ha lavorato per lunghi anni all’Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale dell'Emilia Romagna.
Secondo l'accusa Fior e gli altri avrebbero costituito un consolidato sodalizio criminoso, utilizzando le società Sicea, Zem, Nec, Marte, ultimamente la Eco Environment. Il dirigente regionale avrebbe acquisito la maggioranza del capitale sociale e le avrebbe poi utilizzate «a fini di utilità privata». Grazie alla rete di prestanomi e soci, che occultava quello reale.
Fior si sarebbe appropriato di circa un milione di euro di finanziamenti regionali. Si tratta di tre episodi legati alla forestazione da realizzare nel Comune di Sant'Urbano, quello per la costituzione dell'Osservatorio scientifico sui disastri ambientali dell'Accademia di scienze ambientali che fa capo all'ex giudice Antonino Abrami e, infine, il progetto di educazione ambientale ideato dalla veronese Magnifica fabbriceria.
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