Brugnaro si difende: «Ho sempre regalato alla città e mai ho preso»
Inchiesta “Palude”. Il primo cittadino di Venezia all’indomani della richiesta di rinvio a giudizio: «La Procura ha preso un grosso granchio, lo dimostreremo. Perché non c’è niente. Ceron e Donadini ? Non hanno fatto nulla»

«Sono deluso ma me lo aspettavo. Ci vuole tanto coraggio per dire che dopo anni di inchiesta non hanno trovato niente. Ora si scarica sui magistrati la decisione. Ma sarebbe giusto che poi qualcuno ne rispondesse se non c’è niente alla fine. Perché dalle carte non c’è niente. Abbiamo un unico accusatore e addirittura la signora Bonsignori che lo sosteneva, ha ritrattato tutto. Leggetevi le carte: ha detto che “non è vero niente, ho detto il falso, ero innamorata di lui.” Io le ho lette l’altro giorno. Che credibilità è questa, è sotto zero di questa persona e tutto si basa su quello che dice questa persona che aveva l’interesse evidente di farsi pagare un progetto da 3 milioni. Io non ho fatto niente, invece. Più di questo non so. Cercherò di tenere tutto nell’ambito del processo e ho fiducia della magistratura. Ho il cuore limpido ma non auguro a nessuno quello che succede a me. A volte ho la morte nel cuore, perché per il mio onore ho fatto tutto».
Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ai giornalisti ribadisce la sua totale estraneità alla inchiesta “Palude”. La Procura di Venezia chiede il rinvio a giudizio per tutti i 34 indagati, compresi, dunque il sindaco, il dg Morris Ceron, il vice capo di gabinetto Derek Donadini e il magnate Ching Chiat Kwong e naturalmente l’ex assessore Renato Boraso.
Brugnaro non ci sta e si difende.
Ai giornalisti evidenzia la critica ai magistrati sostenendo che occorre prevedere la loro responsabilità nel caso le indagini portino ad un nulla di fatto.
«Se ci fosse la responsabilità dei magistrati.. se poi viene fuori che hai portato avanti con troppa acrimonia, diciamo così, una tua teoria poi dovresti risponderne. Come tutti. E invece poi magari ti fanno capo di una Procura perché questo è il rischio, perché magari fai parte di qualche corrente della magistratura. Io mi difenderò, porteremo le nostre ragioni. Ma spero non capiti a qualcun altro», dice Brugnaro.
E insiste: «Possibile che non si tiene conto che un sindaco viene messo in mezzo per una robetta da 10-15 mila euro di tangenti, quando ha lasciato 940 mila euro di stipendi al Comune e ogni anno finanzia con più di 10 milioni della Reyer.. Se devo imbrogliare sulla terra mia lo faccio con un cinese e sono il sindaco. Ma il buon senso dove sta? Io mi fermo. Ritengo abbiano preso un grande granchio, lo dimostreremo, faremo così, io continuerò a fare il mio lavoro».

E alle opposizioni che continuano a chiedere le dimissioni risponde con un sonoro No. E aggiunge: «La strumentalità politica ci sta, per carità, ma rischia di diventare un boomerang anche per loro».
La questione Pili
I giornalisti gli chiedono se ritiene di aver mai fatto mai qualcosa di almeno inopportuno e il primo cittadino ribatte.
«Scusate, scusate ma che colpa ne ho io se ho una proprietà di un'area molto grande e di cui io non mi sono occupato? L'abbiamo dimostrato in tutti i modi, lo dimostreremo. Ma l'azienda allora può mica chiudere? Cioè quei terreni sono terreni inquinati e l'azienda ha fatto tutto quello che deve fare (si riferisce ovviamente a Porta di Venezia, ndr). Gli ordini che ho dato io prima di entrare sindaco, ho detto: “voi continuate afare tutto quello che la legge prevede per gestire un'area inquinata. Non è che puoi lasciarla. Non è che divento sindaco e chiudo». E ribadisce: «Non ho mai partecipato con tutto il gruppo che ho a nessuna gara del Comune».
I fedelissimi
Ceron e Donadini, prosegue «non hanno fatto niente».
E ribadisce: «La parte personale mi offende, perché io non voglio fare il Santo, non voglio fare l'eroe, ma mi stanno trasformando in eroe senza aver fatto niente. Ho fatto il mio, che colpa ne ha un grande imprenditore? Solo perché sono stato bravo, solo perché ho costruito migliaia di posti di lavoro, perché ho comprato un'area, in un'asta pubblica, dove nessuno ha partecipato e ho continuato a gestirla, regalando anche pezzi di area al Comune? Vi mostrerò anche quello, io ho sempre regalato in questa città, non ho mai preso»
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