“Sistemi per arredare” Quattro accuse di estorsione

Tra gli imputati la modella “olgettina” Erika Marcato che risiede a Mirano e il padovano Amedeo Gagliardi già presidente del Movimento per la famiglia



Quattro imputati per estorsione (in 3 occasioni tentata e in 5 consumata) con il sistema delle vendite “truffaldine” porta a porta di mobili ed elettrodomestici. Fra loro, due padovani noti alle cronache.

I protagonisti

Come Erika Marcato, 32enne di Vigonza domiciliata nel Veneziano a Mirano, un diploma di perito chimico, una notorietà conquistata grazie a una serie di servizi fotografici su Playboy che l’hanno incoronata “coniglietta”, poi “olgettina” come risulterebbe da uno dei verbali firmati dal ragioniere Giuseppe Spinelli il contabile di fiducia di Silvio Berlusconi che provvedeva a saldare i bonifici mensili delle “protette” del Cavaliere. E ancora come Amedeo Gagliardi, 54enne salernitano residente a Selvazzano, produttore del corto “Mamma non vuole” sulle difficoltà che incontrano i padri separati e già presidente del Movimento per la famiglia, attore nel film "il Segreto d’Italia" di Antonello Belluco (con Romina Power), «artista poliedrico» come si definisce nel suo sito ammettendo «mi è sempre mancata la grande occasione».

L’inchiesta

Il 24 giugno il gup di Pesaro dovrà decidere se spedirli (o meno) a processo con il rodigino Mirco Chieregato, 41 anni di Pontecchio Polesine e amministratore di “Sistemi per arredare” con sede a Milano e uffici a Montegrotto e Andrea Callegari, 57enne di Cartura considerato il cervello del business. Bella presenza e cortesia le qualità di Erika che si sarebbe presentata nelle abitazioni di pensionati pesaresi nel maggio 2016. La scusa, un’intervista; in realtà la sottoscrizione di un contratto che impegnava i firmatari ad acquistare prodotti dalla “Sistemi per arredare” tra i 2.800 e i 3.400 euro. Poi valanghe di telefonate per concludere la vendita e la visita di Gagliardi, pronto a minacciare azioni legali. Quest’ultimo avrebbe anche alzato le mani nei confronti di una 71enne: da qui l’accusa di lesioni. —

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