Scoperti grazie a un investigatore, cacciati due furbetti del cartellino alla Veritas

VENEZIA. I furbetti del cartellino hanno ricevuto il ben servito da Veritas. Due licenziamenti di altrettanti impiegati del settore acquedotto perché uno si faceva gli affari suoi durante l’orario di lavoro e l’altro gli copriva le spalle. Ma hanno tirato troppo la corda e sono stati incastrati da un investigatore privato.
I vertici di Veritas si erano insospettiti sul comportamento di un loro dipendente con la moglie che gestisce un bar a Caorle. Questo perché qualcuno aveva segnalato alla direzione che l’uomo, in orario di lavoro, era stato visto al bar della località balneare.
Alla direzione erano arrivate più segnalazioni. Ma un controllo sulla presenza dell’uomo in ufficio non aveva portato a nulla. Tutto regolare con tanto di cartellino timbrato nel rispetto dell’orario di servizio. Ma i sospetti rimanevano anche diverse erano le anomalie. La direzione di Veritas quindi si è affidata, ancora una volta, ad un’agenzia investigativa privata che già altre volte aveva smascherato dipendenti infedeli e non in questa partecipata.
Gli investigatori ben presto hanno “beccato” il dipendente che in orario di lavoro, chiamato dalla moglie impegnata nel bar, si precipitava ad andare a fare la spesa proprio per il locale.
Le foto e i video realizzati non lasciavano a fraintendimenti. Ma c’era un ma. Infatti stando alla lettura del cartellino di entrata ed uscita dal posto di lavoro il dipendente era perfettamente in regola e presente al suo posto. Anche al mattino, auto cariche di borse della spesa era a Caorle e non certo a lavorare alla scrivania. Sicuramente aveva un complice.
Per individuare quest’ultimo l’investigatore ha piazzato delle telecamere nell’area dell’orologio marca tempo. Tempo qualche giorno ed è arrivata la conferma al sospetto: un collega timbrava il cartellino dell’impiegato infedele mentre questo andava a fare la spesa. Raccolte varie prove sono state consegnate alla direzione. Alla fine i due non hanno potuto fare altro che ammettere le proprie responsabilità.
Sono stati licenziati. Non sono certo i primi lavoratori licenziati da Veritas, grazie al servizio garantito da un’agenzia investigativa privata. Già in passato un investigatore privato ha consentito di scoprire dipendenti che pur essendo in malattia gestivano, in presenza, una palestra. Oppure un bar in campo Santa Margherita a Venezia.
La storia più divertente riguarda un addetto ad eco-entro che con la complicità di uno straniero rubava il rame che c’era negli apparecchi elettrici che la gente conferiva alla struttura. A chi, lo scorso anno in Consiglio Comunale, sollevò la questione dei costi elevati sostenuti da Veritas per pagare gli investigatori privati, la direzione dell’azienda, conti alla mano, dimostrò che il risparmio grazie a questo servizio era ben superiore.
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