Sanguineti, stop allo sfratto: famiglie salve fino a marzo
Il Tar ha sospeso l’ordine dell’Agenzia del Demanio dopo il ricorso degli abitanti. Ora la richiesta è che il Comune acquisisca l’area tramite il federalismo

Alt: lo sfratto delle otto famiglie che oggi vivono nell’ex caserma Sanguineti a Castello previsto a novembre non s’ha da fare. Dopo il ricorso presentato dall’avvocato Alberto Checchetto, Il Tar del Veneto, con l’ordinanza pubblicata venerdì ha sospeso lo sfratto intimato dall’Agenzia del Demanio ai residenti dell’ex caserma previsto per novembre riconoscendo come valide le motivazioni del ricorso presentato dall’avvocato.
La decisione sul merito della vicenda è attesa per marzo 2026. Fino a quel momento, quindi, facile immaginare che la situazione resterà congelata.
«La lotta del Gruppo Salviamo San Pietro e Sant’ Anna a sostegno degli abitanti che da decenni vivono nell’immobile di cui si sono presi cura sopperendo al totale abbandono da parte dell’Agenzia del Demanio di un compendio e di un’area dal grande valore storico, culturale e identitario, trova nell’ordinanza un primo e importante riscontro nell’ambito della giustizia amministrativa», spiegano dal comitato cittadino.
L’ordinanza riconosce infatti agli abitanti il pieno titolo, fino dal dopoguerra, a risiedere nelle abitazioni; rileva poi che l’Agenzia del Demanio non ha dato nessuna dimostrazione del pessimo stato conservativo delle unità immobiliari attualmente abitate e che, al contrario, proprio un sopralluogo del 2022 dell’Agenzia aveva sottolineato il sufficiente stato manutentivo degli appartamenti.
Segnato questo ulteriore punto a vantaggio, il gruppo di cittadini promette di continuare la mobilitazione fino al prossimo 11 marzo con l’obiettivo di «sottrarre il compendio a una operazione speculativa e al tentativo di premere l’acceleratore sulla turistificazione di San Pietro - una delle poche zone di Venezia dove ancora sopravvive il genius loci di una città che continua a rifiutare l’omologazione e che proprio qui ha visto nascere i primi insediamenti».
«Nel frattempo», aggiungono i cittadini, «chiediamo a tutte le forze politiche e alle loro rappresentanze istituzionali di portare avanti il progetto di federalismo demaniale finalizzato all’acquisizione da parte del Comune dell’ex caserma Sanguineti con la contigua area archeologica salvaguardando la destinazione a residenza e il valore storico culturale e identitario di tutto il compendio».
Una sponda, in questo senso, arriva da Gianfranco Bettin (consigliere comunale Verdi Progressisti): «La pronuncia del Tar conferma che bisogna consolidare la presenza delle famiglie e degli inquilini acquisendo l’ex caserma al patrimonio comunale, come previsto dal cosiddetto federalismo demaniale. Solo in questo modo, infatti, si darebbe certezza alla residenza. Il Comune si attivi al più presto in questa direzione».
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