Progetto commerciale all’area Miatello, il titolare: «Cerchiamo partner per svilupparlo»
Lo Stato sta pagando 3,8 milioni di euro per il risanamento del terreno di Marghera. L’imprenditore titolare si dice pronto a «versare i costi della bonifica ma serve un cambio di destinazione d’uso»

«Stiamo cercando un partner per sviluppare un progetto commerciale o residenziale. Chiederemo al Comune un cambio di destinazione d’uso dal momento che l’area, stando al Piano regolatore vigente, ha una destinazione a verde attrezzato. Nei prossimi giorni chiederò un incontro con i responsabili degli uffici tecnici».
Mentre è in corso la bonifica della vasta area Miatello a Marghera, quasi 18 ettari (pari a 25 campi da calcio) che costeggiano la strada Romea di fronte al centro commerciale Nave de Vero, in molti si interrogano su quale destinazione d’uso avrà quel terreno in un’area già fortemente urbanizzata e satura di centri commerciali.
Patrizio Miatello, che si sta occupando dell’area per conto dei fratelli e degli eredi Miatello, ha le idee piuttosto chiare in proposito: «Il nostro obiettivo è sviluppare un progetto commerciale».
Il terreno, come noto, rientra nell’elenco delle discariche abusive di cui, in tutta Italia, si sta occupando il Commissario straordinario per le bonifiche, il generale Giuseppe Vadalà, per cercare di chiudere la partita delle sanzioni decise da Bruxelles per i mancati interventi di bonifica o messa in sicurezza. Fino a oggi la sola area Miatello è costata 3 milioni e 800 mila euro pari a 19 semestri di sanzioni certificate che, considerando l’uscita dalla procedura di infrazione a inizio anno, dovrebbero diventare 20 o 21. Nell’area compresa tra il palazzo dell’Agenzia delle Entrate e via Bottenigo si stanno chiudendo le ultime fasi dell’intervento da 7 milioni di euro per il quale il Commissario ha individuato come braccio operativo Veneto Acque, società della Regione Veneto.
Nella porzione di terreno in cui sono stati individuati i rifiuti, i tecnici sono intervenuti negli ultimi mesi conficcando nel terreno palancole e teli per isolare e rendere quindi sicure le aree inquinate. Anche se gli attuali proprietari non sono ritenuti i responsabili dell’inquinamento saranno chiamati a partecipare ai costi della bonifica del terreno su cui, come da procedura, sarà posto un vincolo sulla vendita: se il terreno verrà ceduto parte dei soldi verrà incassata dallo Stato. «Sappiamo bene che, come proprietari, saremo chiamati a partecipare al costo della bonifica, ma riusciremo a garantirlo solo con una modifica della destinazione d’uso del terreno», dice Miatello, usando parole che suonano come un ricatto.
«Ma quale ricatto, noi lo abbiamo detto fin dall’inizio, e lo abbiamo anche chiarito con tutti gli enti nella Conferenza dei servizi propedeutica alla bonifica. Noi siamo ben disposti a pagare quel che ci verrà richiesto dallo Stato, ma potremo farlo solo se ci sarà una valorizzazione dell’area altrimenti come riusciremo a trovare i soldi necessari? Questo terreno, con le funzioni cui è destinato, non li vale. Io dico solo che se lo Stato vuole recuperare le risorse investite è necessario un cambio di destinazione d’uso. A me sembra anche piuttosto naturale che, visto il contesto in cui si trova, quell’area abbia una destinazione commerciale. O anche residenziale, perché no. Siamo pronti a un confronto con il sindaco».
A giugno Miatello ha inviato una lettera a Bezos - «è stata provocazione» - proprio per mettere l’area a sua disposizione. «Era un modo per fargli capire che, se vuole investire, qui a Marghera lo può fare». Le parole di Miatello sono destinate a fare discutere perché, nel terreno di sua proprietà, in molti vedono la naturale continuazione del parco del Vallone Moranzani per la costituzione dello storico bosco del Brombeo. Un progetto di rimboschimento risalente ad alcuni anni fa e recente rilanciata dall’ex presidente della Municipalità di Marghera, Flavio Dal Corso.
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