«Pietre miliari, pezzi storici da recuperare»

Ce ne sono tre lungo la Miranese e il presidente Enzo si impegna a restaurarle e valorizzarle

CHIRIGNAGO. Dall’avvento dei navigatori satellitari, le pietre miliari hanno perso la loro funzione primaria, di indicare la via al viaggiatore dando precisa informazione su quanto manchi alla mèta. Sono però un piccolo segno della nostra storia e per questo andrebbero ben conservate. Lungo via Miranese ci sono tre di queste pietre, ultime testimonianze della storia di una strada, che prima della costruzione della A4 era l’unica e più veloce via di collegamento tra Mestre e Padova. Tre cippi in pietra, mal conservati, su cui si riesce a fatica a leggere l’indicazione chilometrica.

I tre cippi sono ora al centro di una richiesta precisa di restauro, segnalata al Comune da un gruppo di cittadini. Della questione è stato investito il presidente della municipalità, Maurizio Enzo, che ammette di non aver mai notato i cippi (che passano inosservati proprio perché poco valorizzati) ma che presto consulterà gli uffici tecnici per individuare l’intervento più idoneo.

«Le pietre miliari», dice Enzo, « sono sicuramente un tassello importante della storia locale, di una comunità, e per questo vanno tutelate, indipendentemente se esista o meno un vincolo da parte della Soprintendenza».

Un dato è certo: durante i lavori di manutenzione della strada e di realizzazione dei marciapiedi si è preferito incorporare le pietre nei manufatti piuttosto che rimuoverle; segno evidente che un qualche valore e un qualche vincolo di tutela deve sicuramente esserci. Il caso più eclatante di cattiva conservazione è per la pietra nei pressi dell’ex ferrovia Valsugana, dove il cippo è nascosto per metà dal marciapiede realizzato non molti anni fa, e presenta anche una frattura sulla sommità, che mina irreparabilmente la pietra con l’infiltrazione d’acqua e le ghiacciate invernali.

Non sono migliori le condizioni delle altre due pietre, una ai confini con Spinea, ad una fermata d’autobus dove ha vicino un cestino da rifiuti, e quella di fronte al parco Rodari, su cui non si riesce a leggere l’indicazione stradale.

«Se pensiamo al valore storico e archeologico che hanno avuto le pietre miliari nella ricostruzione puntuale dell’esatto percorso di molte strade romane», conclude Enzo, «possiamo comprendere anche quanto contino questi cippi. Sarà cura della Municipalità trovare il modo di recuperarli, restaurarli, valorizzarli».

Roberto Massaro

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