Nessuna firma, la Lega «riapre» la crisi

Chioggia. Il Carroccio non ha sottoscritto il decalogo del sindaco. «Aspettiamo di leggerlo»
I consiglieri della Lega Marco Dolfin e Luca Varagnolo non hanno mai letto il decalogo del sindaco di Chioggia Romano Tiozzo
I consiglieri della Lega Marco Dolfin e Luca Varagnolo non hanno mai letto il decalogo del sindaco di Chioggia Romano Tiozzo
 
CHIOGGIA.
È durata meno di ventiquattro ore la «pax Romana» in Comune: sabato pomeriggio il sindaco aveva annunciato la ritrovata unità nel centrodestra e domenica mattina i consiglieri leghisti Sandro Varagnolo e Marco Dolfin hanno rimesso tutto in discussione.
 «Non solo non abbiamo mai firmato il documento programmatico diffuso dal sindaco Romano Tiozzo - dicono - ma né noi, né il collega Marangon e neppure il segretario Malaspina, ne conoscevamo i contenuti o siamo stati coinvolti nella sua preparazione». Poche parole con le quali il «decalogo» di fine mandato su cui sembravano essersi accordati i partiti di maggioranza (pur con la vistosa esclusione dei «fedelissimi» di Convento), passa da documento politico a esercizio di stile. Senza i tre leghisti doc (Varagnolo, Dolfin e Marangon) infatti, la maggioranza da 18 si riduce a 15 componenti e non è più maggioranza. Situazione tanto più pericolosa in vista della scadenza «tecnica» del 30 novembre quando serviranno 16 voti «veri» per l'assestamento di bilancio.  Nessuno dei consiglieri del Carroccio si spinge, però, così avanti, da prefigurare un voto negativo. «Ci consulteremo con i nostri dirigenti - dice Varagnolo - quello che è certo è che abbiamo chiesto più volte al sindaco un cambio di metodo: collegialità e coinvolgimento nelle decisioni. Invece si continua a non rispettare la dignità personale di chi, come noi, non vuole altro che parlare dei problemi della gente. Sembra più facile, a questo punto, parlare di poltrone da dividere, che di cose da fare». Ma da cosa nasce il «giallo» delle firme? In realtà nel documento non ci sono i nomi dei consiglieri leghisti tra i firmatari, ma c'è quello di Massimiliano Malaspina «per la segreteria della Lega Nord di Chioggia». Ed è proprio Malaspina a gettare un po' di acqua sul fuoco. «Io quel documento non l'ho né visto, né firmato - conferma - ma ho ribadito al sindaco che la Lega era in maggioranza prima e, oggi, c'è ancora». Ma questo non significa che non ci siano problemi in ammministrazione. «La crisi - puntualizza Malaspina - è nata dentro il Pdl ed era il Pdl a doverla risolvere. Se così è stato, a noi va bene: l'importante è lavorare per la città, fare quello che ci siamo proposti sul piano amministrativo». Quindi la Lega condivide il «decalogo»? «Ripeto che non l'ho visto - risponde Malaspina - lo vedrò martedì e se ci sarà qualcosa da modificare, togliere o aggiungere lo dirò al sindaco. I miei consiglieri si sono arrabbiati perché è stata fornita un'interpretazione della loro adesione ad una soluzione politica che, in realtà, è affare interno del Pdl. Noi siamo fuori da questa crisi, perché non l'abbiamo mai aperta».  

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