Legge gli sms e scopre che la moglie lo tradisce con il parroco

CORTINA. La prima comunione degli 8 bambini alla presenza (molto discreta) dei carabinieri per evitare eventuali intemperanze da parte dell’uomo che si sentiva tradito. Tradito negli affetti più cari, quegli per la moglie, dal parroco del paese. Via il sacerdote, via la donna, il padre rimasto in paese con i tre figli, e al posto del giovane parroco il vescovo mons. Giuseppe Andrich ha inviato, per la solenne celebrazione, un prete feltrino, don Luciano Todesco, mentre ha affidato all’arcidiacono del Cadore, mons. Diego Soravia, la gestione della comunità.
Sconcerto nel piccolo Comune del Cadore per quanto è accaduto. Sorpresa, però, anche in diocesi per il sacerdote coinvolto. Si tratta di un giovane prete, tra i più brillanti a disposizione di mons. Andrich, con responsabilità nel recente passato a Roma e con un ruolo di primo piano a Belluno, per cui il prete era stimato da tutto il clero. E’ stato lui stesso, una volta scoperti gli sms dal marito della donna, a scusarsi con l’interessato, supplicandolo di perdonarlo. Ma l’uomo non ha voluto sentir ragione, si è rivolto ai carabinieri, poi al sindaco, infine al vescovo al quale ha chiesto l’allontanamento del parroco. Sindaco e carabinieri hanno provato a mediare, ma non c’è stato verso. Il don protagonista della vicenda è molto apprezzato in paese, per le tante iniziative pastorali e di aggregazione che ha saputo promuovere. Ma soprattutto – come conferma il sindaco – per la disponibilità a recarsi presso le famiglie, ascoltando le sofferenze e cercando di consolare. Gli anziani hanno subito simpatizzato col loro parroco, per il conforto che riusciva a portare; una luce, la sua, anche nelle famiglie in difficoltà, per le relazioni magari in precarietà fra i componenti. Questa capacità di mettersi in sintonia con la sua gente e, d’altro canto, la solitudine che talvolta cattura anche gli uomini di chiesa, possono essere state le premesse per il parroco di un momento di debolezza, forse anche ripetuto, e per il quale la richiesta di perdono alla persona ritenutasi offesa non è stata sufficiente a far rientrare.
Il sacerdote per motivi di salute è in questi giorni ricoverato in ospedale. La signora alla quale aveva rivolto le sue attenzioni si è opportunamente allontanata, per qualche giorno. Resta in paese il marito, con i tre figli. La comunità parrocchiale, seppur scossa, non mette sotto accusa nessuno. Il consiglio pastorale, particolarmente attivo e responsabile (così lo voleva il don), si è subito industriato nella conduzione della parrocchia, alla quale, però, sovraintende l’arcidiacono di Pieve, probabilmente in attesa di un nuovo parroco.
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