«L’Archivio della Celestia non andrà in terraferma»

A.v.

L’Archivio comunale della Celestia resta al suo posto. Il Comune sta per concludere un importante accordo con il Demanio, proprietario di una porzione dell’edificio che ospita le raccolte degli atti comunali dell’ultimo secolo. E l’Archivio sarà anche modernizzato e digitalizzato. Ca’ Farsetti risponde così ai timori espressi sulla Nuova da personalità della cultura cittadine sul possibile sfratto dell’Archivio dalla sua sede storica di Castello. Niente trasloco in terraferma, assicura il sindaco. Mentre l’assessora al Patrimonio Paola Mar si limita a scrivere su twitter che si tratta di “fake news”, Con tanto di freccette segnate sul ritaglio della rassegna stampa.

Non si farà, precisa Ca’ Farsetti, la “valorizzazione”, cioè l’operazione di messa sul mercato dei beni pubblici demaniali più volte vista in città negli ultimi anni. Palazzi, forti, isole intere venduti ai privati per fare cassa.

La Celestia resterà alla sua funzione archivistica. Luogo di raccolta della memoria cittadina, com’è stata dall’Ottocento in poi, affidata per anni alla competenza del direttore Sergio Barizza. Altri archivisti di qualità si sono resi disponibili per collaborare alla stesura di un piano di catalogazione anche digitale dell’enorme massa di documenti custodita.

Appelli a mantenere l’archivio erano arrivati nelle ultime ore anche da associazioni e comitati. Di un mese fa l’interrogazione presentata dalla consigliera del Movimento Cinque Stelle Sara Visman. Poi Terra e Acqua, Andrea Martini e il consigliere Saccà del Pd. Adesso il Comune rassicura. «L’Archivio resta al suo posto». Un sospiro di sollievo per i veneziani d’acqua che temevano l’ennesima fuga in terraferma di un luogo essenziale per la storia cittadina. Un freno al mercato che mete gli occhi sugli edifici appetibili, in ottica di sviluppo turistico. Dopo un anno e mezzo di fermo dovuto al Covid, l’attività immobiliare e speculativa comincia a riprendersi. Aste e bandi di gara del Demanio, che mette in vendita il patrimonio dello Stato. Agenzie private a caccia di edifici da acquistare, approfittando della crisi, per trasformarli in ricezione turistica. In questi giorni sono riprese le telefonate degli agenti immobiliari casa per casa. Azioni ai limiti dello stalking, dagli anziani o nelle case che vengono segnalate “vuote o in vendita”. —



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