L’addio a Jimmy: «Grazie papà per averci lasciato la tua musica»

In un clima volutamente allegro, come desiderio dei tre figli, in 300 partecipano alla cerimonia di saluto dell’artista di strada. Presenti Mognato e Pellicani, il sindaco fa leggere una poesia
Di Gianluca Codognato
Agenzia Candussi. Descrizione: funerali di Roberto Sergi (Jimmy) presso cimitero di Chirignago
Agenzia Candussi. Descrizione: funerali di Roberto Sergi (Jimmy) presso cimitero di Chirignago

C’è Claudio Romano, per quattro anni “collega” di performance in campo San Rocco, che lo definisce «un maestro, un padre, un artista di strada fatto persona». C’è l’amico Franco Roma che lo saluta commosso, ricordando il passato vissuto fra mille stravaganze. Ci sono i figli Anita, Davide e Maria Elena, abbracciati, e non possono che sorridere, ricordando quel padre fuori dal comune, «non il classico padre che ti accompagna a scuola, piuttosto quello che ti chiede: “ma che classe ti fa?”. Quello che non ti dà la mancia, perché schei non ghe ne xe, ma che ti travolge con i suoi racconti, le sue storie e, naturalmente, le sue canzoni».

E c’è la sorella Barbara, che con le lacrime agli occhi parla degli ultimi giorni, all’ospedale, quando «facevi ridere anche le infermiere». Ma all’interno e all’esterno della sala per le funzioni laiche del cimitero di Chirignago, dove al centro domina la bara con la chitarra adagiata sopra, c’è tutto un macromondo, formato da circa 300 persone, a salutare il “vecchio folksinger”, come amava definirsi lui, Roberto Sergi, in arte Jimmy, proprio nel giorno del suo 64° compleanno.

Un macromondo formato dagli amici di sempre, dai figli, dai parenti, ma anche dagli artisti, come il chitarrista Alex Masi, Eddy De Fanti dei Batisto Coco, l’autore e musicista Giancarlo D’Amato. E poi dagli amici giornalisti, con i quali aveva portato avanti battaglie cittadine per i diritti degli artisti di strada, e anche dai rappresentanti delle istituzioni, come il parlamentare Michele Mognato, per molto tempo vicesindaco e assessore a Venezia, e il consigliere Nicola Pellicani, che ricorda come Jimmy abbia «sempre mantenuto quello spirito libero di sogni e di speranze che in molti hanno perso nel tempo».

Gianfranco Bettin non è presente per problemi di salute, ma invia un messaggio annunciando una serata dedicata a Jimmy durante il Marghera Village. E anche il sindaco Brugnaro, tramite Chiara Piazza, fa pervenire alla famiglia una poesia da parte sua e della giunta in ricordo del “menestrello”. Insomma, il funerale laico di Jimmy si svolge proprio come avevano richiesto i figli: una festa dove domina il ricordo felice, l’aneddoto bizzarro, la musica. Una festa, insomma, «che mio fratello non avrebbe mai voluto perdere», come dice la sorella commossa.

Ecco dunque le dediche affettuose suonate da Claudio Romano con la chitarra, fra le quali “Old Man” di Neil Young, riservata «al mio padre musicale, un vero talento che non voleva compromessi». E poi gli interventi dei tre figli, che esordiscono con il sorriso evidenziando il grande affetto per quell’anomalo padre, e concludono il discorso con un abbraccio collettivo fra le lacrime. E ancora, l’invito dell’amico “Cavallo pazzo” alle istituzioni, affinché «pongano una targa in ogni luogo in cui ha suonato Jimmy» e il saluto del cittadino qualunque, quello che conosceva Roberto Sergi solo perché lo vedeva cantare per strada, ammirandone il talento: «lassù almeno nessun vigile ti disturberà». Eppure il clima allegro della cerimonia non può coprire il vuoto lasciato da un artista di strada che ha inseguito la libertà in una vita senza compromessi, fra avventure ed eccessi, musica e relazioni sociali. «A Jimmy bastava un raggio di sole in più, o un profumo antico, per tirarsi su nei momenti tristi», dice l’amica Annalisa. Per fortuna quel vuoto è colmato da una certezza riassunta dai figli in un messaggio: «Ciao papà, grazie per averci lasciato la tua musica».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia