Isabella, 7 ore di ricerche nel lago e nulla di fatto
PADOVA. Nulla di fatto. Le ricerche del reparto sommozzatori dei vigili del fuoco di Venezia che lunedì 9 maggio per tutto il giorno hanno scandagliato il lago di Padova Est, non hanno dato alcun esito. Il corpo di Isabella Noventa, che secondo una lettera anonima recapitata all’avvocato Gian Mario Balduin - legale della famiglia della vittima - sarebbe stato gettato nello specchio d’acqua che ha coperto le fondamenta di un cantiere, non è stato trovato. E le possibilità che quella lettera contenga la verità sulla fine delle spoglie della povera segretaria si fanno sempre più deboli.
Le ricerche sono iniziate alle 10. Il gommone con la squadra di sommozzatori, sei persone in tutto, è stato calato in acqua alle 10.15. I tratti di sponda raggiungibili a piedi sono stati delimitati con il nastro rosso e bianco. Di qua giornalisti, operatori tv e fotografi, di là gli addetti ai lavori. I sommozzatori hanno perlustrato circa duecento metri di riva, partendo dai punti accessibili in auto, dove si ritiene quindi che i fratelli Sorgato possano aver gettato il corpo di Isabella. All’inizio avevano pensato di utilizzare la telecamera subacquea, ipotesi scartata subito poichè la visibilità sott’acqua era praticamente nulla. I sub dei vigili del fuoco si sono immersi per tutta la mattina e poi al pomeriggio, fino alle 17 circa, dandosi il cambio fra colleghi. Sull’imbarcazione era installato un trasmettitore per tenere i contatti fra il sub in immersione e l’equipaggio. Le immersioni si sono limitate al perimetro del laghetto, ma l’imbarcazione ha perlustrato tutta la superficie. Esiti, tuttavia, non ce ne sono stati.
Ad assistere alle ricerche c’era anche Paolo Noventa, fratello della segretaria uccisa: «Tutto quello che desideriamo come famiglia è che ci sia restituita Isabella. Di tutto quello che è stato detto dai Sorgato e dalla Cacco, una sola cosa è vera: che mia sorella è stata uccisa. Mi auguro che il maresciallo Verde si metta una mano sulla coscienza, che provi a scavare nella sua memoria, magari ricordando qualsiasi particolare che possa aiutare le indagini». Sulla proposta dei legali di Freddy Sorgato di ottenere come risarcimento la villa del ballerino, Paolo Noventa è tranchant: «Una proposta indecente. Forse pensano di potersi comprare il paradiso, a noi non interessa».
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