Mirano, autista del Suem preso a calci
L’operatore ha rimediato diverse costole incrinate. La denuncia della Cisl Fp: «Mancano misure concrete di prevenzione»

Calci, sputi e costole incrinate: ennesima aggressione, lo scorso giovedì sera, in Pronto soccorso a Mirano. Un autista del Suem, dopo aver soccorso una paziente, probabilmente sotto l’effetto di alcol e sostanze stupefacenti, è stato aggredito con calci e sputi. Il bilancio è pesante: un’infrazione costale e l’ennesimo episodio di violenza che si aggiunge a una lista ormai troppo lunga.
La denuncia sindacale
Non è un fatto isolato, avverte la Cisl Fp veneziana, che ha espresso solidarietà al lavoratore ferito. «È piuttosto la fotografia di un disagio sociale che esplode nei luoghi sbagliati, contro le persone sbagliate: quelle che garantiscono ogni giorno un servizio pubblico essenziale, spesso in condizioni limite, tra carenza di personale, turni massacranti e strutture sotto pressione», fa presente Gianna De Ecclesiis.
Il problema, però, per il sindacato non è solo chi aggredisce. «Non è accettabile che, nonostante le previsioni del contratto Sanità 2022-2024, che stabilisce programmi di formazione specifica sui rischi, percorsi di sostegno psicologico e copertura assicurativa per i dipendenti vittime di aggressioni, l’Azienda non abbia ancora attivato misure concrete e sistematiche», aggiunge, ricordando che da tempo i sindacati hanno chiesto un tavolo ad hoc all’Usl, non ancora convocato.
La Cisl ricorda che il contratto nazionale parla chiaro: formazione specifica sui rischi, percorsi di sostegno psicologico, copertura assicurativa per chi subisce aggressioni. Parole che, secondo il sindacato, restano troppo spesso sulla carta. «All’Usl 3 Serenissima», denunciano, «mancano misure concrete e sistematiche per proteggere davvero chi lavora in prima linea».
La replica dell’Usl 3
L’azienda sanitaria ha ribadito la propria vicinanza a «tutti gli operatori che, in prima linea, affrontano anche situazioni di pericolo, a volte inevitabili quando ci si fa carico, come in questo caso, di persone con disagio». Ai sindacalisti che chiedono formazione, l'Usl ricorda che è «l'Azienda sanitaria che ha avviato e realizzato il più vasto programma di formazione congiunta degli operatori dell'emergenza-urgenza e delle Forze dell'Ordine, e che il Ministero ha giudicato questo programma come esemplare per le realtà degli altri territori; ricorda ancora che ha proposto non solo agli operatori del Suem118 e dei Pronto soccorso, ma anche a quelli dei Cup e degli sportelli, un corso di formazione unico in Italia per completezza e ampiezza».
La situazione in Pronto soccorso
Le ultime aggressioni risalgono a un mese fa, due in due giorni: la prima a Noale, con un infermiere del Suem preso a morsi, la seconda a Venezia dove un operatore del Pronto soccorso era stato morso da un paziente durante le fasi di contenimento. Episodi sempre più ricorrenti nei reparti di Emergenza-urgenza, già in affanno per la carenza di personale e alle prese con un periodo difficile, quello delle festività, in cui aumentano esponenzialmente gli accessi dei codici minori, tra i medici di medicina generale in ferie, la mancanza di fiducia nei sostituti e spesso anche nella guardia medica. Se a questo aggiungiamo l’avvicinarsi del picco dell’influenza, il Pronto soccorso diventa una trincea.
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