Intanto le due dame di Carpaccio sono volate a San Pietroburgo

Se la “trasferta” parigina al Louvre dell’Uomo Vitruviano di Leonardo è stata per il momento fermata dal Tar è già da ieri esposto in terra di Russia al museo Ermitage di San Pietroburgo, un altro capolavoro esposto in laguna come “Le due dame veneziane” di Vittore Carpaccio del museo Correr. Un’altra opera fortemente identitaria, la più importante probabilmente del museo veneziano che appunto dal 9 ottobre al 12 gennaio 2020 sarà esposta nel Gabinetto italiano del Palazzo d'Inverno dell’Ermitage, che non possiede nelle sue collezioni nessun dipinto del grande pittore veneziano. Un prestito a cui la Fondazione Musei Civici non ha dato alcuna pubblicità - pur essendo tra gli organizzatori dell’evento, con lo stessi Ministero dei Beni Culturali e il Comune di Venezia - forse proprio per non attirare nuove polemiche sul viaggio dell’opera-simbolo del museo veneziano, con il caso Uomo Vitruviano ancora aperto.
«Il dipinto è stato prestato dalla Fondazione Musei Civici di Venezia - ricorda anche sul suo profilo Facebook il segretario generale della Fondazione Ermitage Italia, che ha sede a Venezia, Maurizio Cecconi - in base ad un Accordo di Collaborazione che ha, tra l'altro, permesso la presenza a Venezia nei mesi scorsi di un straordinario dipinto di Canaletto. Aggiungo che il Museo Ermitage prestò circa 70 tra dipinti e disegni, e sottolineo disegni, per la mostra Venezia e San Pietroburgo che si tenne a Mestre al Candiani. Ed infine prestò circa 40 opere per la mostra” Rovine Future” fatta al Fortuny nello stesso periodo. Sempre meno di 1 anno fa. Ciò significa che i prestiti sono legati allo stato di conservazione delle opere, certo, ma pure al senso delle mostre e a tante altre cose».«Non sapevamo del prestito all’Ermitage de “Le due dame” di Carpaccio - commenta la presidente della sezione veneziana di Italia Nostra Lidia Fersuoch, che ha promosso il ricorso al Tar contro il prestito al Louvre del disegno di Leonardo - ma valgono per essa le stesse considerazione fatte per l’Uomo Vitruviano. In base al Codice dei Beni Culturali dipinti di questa importanza non posso essere prestati, per cui chiederemo ora anche un accesso agli atti della Fondazione Musei Civici per verificare se esiste un elenco di opere inserite nel fondo principale cdei vari musei, come è per le Gallerie dell’Accademia». In base al Codice dei Beni Culturali , non possono essere prestati “ i beni che costituiscono il fondo principale di una determinata ed organica sezione di un museo, pinacoteca, galleria, archivio o biblioteca o di una collezione artistica o bibliografica”. Non c’è dubbio che “Le due dame veneziane” di Vittore Carpaccio rientrino certamente in questa categoria essendo insieme ad esempio alla pianta di Venezia di Jacopo de’ Barbari - uno dei gioielli del Correr. Ma si tratta di capire se la Fondazione Musei Civici ha effettivamente stilato un elenco di opere del fondo principale del museo, perché purtroppo il Codice dei Beni Culturali su questo punto è vago, perché non prevede scadenze per indicarlo né sanzioni per i musei che non lo predispongono. Le stesse Gallerie dell’Accademia lo hanno fatto solo in tempi recenti - inserendo anche l’Uomo Vitruviano nell’elenco - con uno degli ultimi atti del direttore uscente Paola Marini. Se per i dipinti le condizioni di prestito sono meno restrittive - dal punto di vista della conservazione delle opere - da quelle dei disegni come quello celeberrimo di Leonardo, resta comunque l’opportunità di far viaggiare opere di questa importanza per le collezioni di un museo.
«Mi sono sempre opposta da soprintendente» ricordava Giovanna Nepi Sciré, « al prestito di opere basilari delle Gallerie dell’Accademia come appunto l’Uomo Vitruviano o La Tempesta di Giorgione. Ricordo ancora che quando andai in pensione i dipendenti mi cantarono la canzoncina “In pensione te ne vai/La tempesta va a Dubai”... In realtà poi La Tempesta a Dubai non è andata, ma a Castelfranco sì, per una mostra modestissima, come se non fosse possibile dal comune trevigiano spostarsi a Venezia per vederla». —
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