Il ciclone Grillo si abbatte sui partiti
VENEZIA. La valanga Grillo non risparmia la provincia di Venezia. Alla Camera i “grillini” diventano il primo partito. La coalizione di Bersani raggiunge il 30 per cento, il centrodestra è a un soffio. Ma la vera sorpresa resta il Movimento 5 stelle, con risultati da record nei maggiori comuni della provincia. Un risultato clamoroso esce dalle urne in provincia di Venezia. La situazione che aveva portato alla vittoria netta del centrodestra e alla conquista di Ca’ Corner, è stata completamente ribaltata. Il partito Democratico mantiene di un soffio la vetta della classifica al Senato, pur perdendo quattro punti in percentuale rispetto alle ultime Politiche del 2008. Pd al 28 per cento, dunque, al Senato appena sopra il Movimento Cinquestelle di Beppe Grillo. Che stravince non soltanto a Mira, dove governa da quasi un anno con il sindaco Maniero, ma anche in comuni importanti come Chioggia e Mirano.
Parlando di coalizioni, il Pd sfiora il 30 per cento, circa un punto avanti al centrodestra. Ma anche nelle coalizioni i primi risultati definitivi del voto di questo febbraio 2013 rompono equilibri consolidati. Con poche conferme e molte sorprese. La prima è la Lega. Un crollo verticale, voti ridotti a un terzo, dal 18 per cento delle ultime elezioni al 6 e mezzo. E nel comune capoluogo e in altre province del Veneto è andata ancora peggio. Un calo era atteso, vista la crisi e le lotte intestine, la rivalità fra maroniani e bossiani, ma anche la poca presenza nella campagna elettorale dei vertici leghisti, a cominciare dal presidente Luca Zaia e dalla presidente della Provincia Francesca Zaccariotto.Ma il crollo ha superato le aspettative, e la Lega adesso è soltanto il quinto partito di una provincia che la vedeva fortissima, dietro anche alla coalizione centrista di Monti e Casini. Il crollo del centrodestra coinvolge anche il Pdl, che lascia sul campo dieci punti in percentuale. La coalizione passa dal 48 per cento delle ultime Politiche (29 al Pdl e 18 alla Lega) ai 28 punti di oggi (18 al Pdl, 6,5 alla Lega, 1,4 a Fratelli d’Italia). «Tutti ci davano per morti due mesi fa», commenta soddisfatto il coordinatore provinciale Alessandro Danesin, «e invece con una grande campagna elettorale di Berlusconi siamo ancora vivi. Questo è il dato, indiscutibile, di queste elezioni».
Soddisfazione a metà in casa del Pd. «Purtroppo questa legge elettorale penalizza chi vince le elezioni», scuote la testa il segretario provinciale e neoletto deputato alla Camera per il Pd Michele Mognato, «abbiamo la maggioranza alla Camera ma con questi risultati il Senato rischia di essere ingovernabile. A venezia comunque teniamo bene».
Lo “tsunami” Grillo, come lui si è definito, sconvolge equilibri e future alleanze. E le sorprese, anche restando alla provincia di Venezia, sono tante. Ridimensionato il grande centro, che qualche mese fa puntava al 20 per cento. Non supera per ora nemmeno la soglia del 10, insieme all’Udc di Casini e a Fini. Va molto peggio ai partiti della sinistra. Sinistra e Libertà non va oltre il 2 per cento. Quasi cancellata l’alleanza di sinistra guidata da Ingroia. L’ex pm con Rivoluzione civile non va oltre un misero 1,3 per cento, insufficiente per ottenere anche un solo deputato, vista la soglia del 4 per cento. Grande la delusione tra i movimenti che lo hanno appoggiato, Rifondazione, Comunisti italiani, i Verdi di Bonelli, Italia dei Valori. Emblematica la vicenda del partito di Antonio Di Pietro, che aveva raggiunto in provincia anche il 5 per cento, quasi il 9 in Comune. Qualche speranza di entrare in Senato a livello nazionale resta per Fratelli d’Italia, che a Venezia raggiunge l’1,4 per cento. Non sfonda nemmeno il movimento di Oscar Giannino, anch’esso stabile intorno all’1,3 per cento. Quasi inesistente infine il Centro democratico di Bruno Tabacci, a Venezia rappresentato dall’ex capogruppo di Idv al Senato Massimo Donadi. In sintesi, vengono ridimensionate le forze di governo (Pd, Pdl e Udc di Casini, alleata con Monti) ma soprattutto quelle di opposizione a livello nazionale, come la Lega, l’ex Italia dei Valori e la Sinistra. A beneficiarne è il Movimento di Grillo, già autore di una buona performance alle ultime amministrative. «Ce lo aspettavamo, sì, avrei detto dal 20 al 25 per cento», commenta Gianluigi Placella, primario ortopedico in pensione, impegnato nei movimenti civili, unico consigliere comunale del Movimento, «adesso la situazione si fa difficile. In Italia e in Sicilia comanda ancora Berlusconi, lo ha dimostrato. Bersani potrà fare un governo. Noi non faremo alleanze con lui, ma potrà avere i nostri voti se farà le riforme che la nostra gente chiede, cioè l’abolizione delle leggi vergogna, la nuova legge elettorale». Un 25 per cento da gestire, per un partito che non ha strutture e nemmeno sedi. «Ce la faremo, la nostra gente vuole il cambiamento, e noi lo faremo», dice Placella. Movimento atteso alla prova di governo. Che adesso, oltre a governare un comune importante come Mira, avrà anche in provincia un ruolo politico sempre maggiore sulle grandi questioni.
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