I venetisti sfidano i divieti in piazza con il gonfalone Identificati dalla polizia

Interpress\M.Tagliapietra Venezia 25.04.2020.- Venetisti in piazza San Marco. Raffaele Serafini con autocertificazione.
Interpress\M.Tagliapietra Venezia 25.04.2020.- Venetisti in piazza San Marco. Raffaele Serafini con autocertificazione.

Sono arrivati da soli, spuntando in Piazza San Marco a orari diversi, ma con un unico obiettivo: sventolare la bandiera di San Marco in onore del popolo veneto. Questa mattina la polizia ha identificato cinque uomini, alcuni provenienti da Bassano e Mirano, che si sono presentati in Piazza con maglie e bandiere con il Leone di San Marco.

Tra questi un signore che vendeva anche mascherine con il simbolo del leone veneziano. Oltre a loro per quasi due ore Alberto Gardin, che si definisce CXXI Doge di Venezia, e un altro attivista, sono rimasti immobili davanti alla Basilica esibendo la bandiera. Pure loro identificati e senza autocertificazione, hanno risposto di aver inviato una notifica in Questura e di essere lì per la Repubblica Veneta.

«Siamo qui per celebrare la Festa di San Marco, patrono dei veneti», ha detto Gardin, mostrando un tesserino con scritto passaporto della Repubblica Veneto, «la celebrazione in questione, essendo di natura politico religiosa, non rientrano nelle restrizioni del Governo italiano». Gli altri hanno esposto le loro ragioni alla polizia. Uno di loro aveva con sé un pacchetto di mascherine che, da quanto sembra, vendeva a una decina di euro. Due sono arrivate sventolando le bandiere, mentre altri l’hanno tritata fuori solo quando sono arrivati davanti alla Basilica.

Il gruppo, una decina di persone in totale, è stato comunque interamente identificato dagli agenti della Questura di Venezia. Nei prossimi giorni si valuteranno le autodichiarazioni di ciascuno. Solo al termine degli accertamenti, la Questura valuterà se procedere alla sanzione per violazione dei decreti governativi in materia di emergenza sanitaria, soprattutto riguardo al divieto di spostamento se non per ragioni comprovate di esigenza. La provenienza di alcuni dei dimostranti (Bassano e Mirano) di alcuni dei dimostranti contrasta infatti con il dpcm del 10 aprile nella parte in cui è «vietato trasferirsi o spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso, salvo che per comprovate esigenze lavorative, per motivi di assoluta urgenza o per motivi di salute».

Inoltre, insieme alla regolarità dei dispositivi di sicurezza individuale indossati dai manifestanti ieri mattina, si valuterà se esistono i requisiti per contestare ai venetisti l’assembramento e anche la manifestazione non preannunciata (e quindi non autorizzata) in piazza San Marco. Un punto, questo, che potrebbe aggravarne la posizione. —

vera mantengoli

EUGENIO PENDOLINI

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