Degrado, Forte Tron trasformato in discarica

MARGHERA. È un’oasi faunistica spettacolare. Tra prunus selvatici, rose canine, corbezzoli, querce e robinie ci vivono tre specie di aironi: quello bianco, quello cinerino e quello della notte; un’enorme stormo di garzette, diversi cormorani che planano sull’acqua come fosse la pista di un aeroporto, l’usignolo di fiume, la gallinella d’acqua e il germano mentre di notte fanno capolino tassi, donnole e ricci. Il grande fossato che circonda il complesso militare abbandonato è stato popolato da una colonia di tartarughe marine che hanno raggiunto ragguardevoli dimensioni. Eppure c’è una specie, quella umana, che sta facendo di tutto per mettere in difficoltà questo habitat.
Forte Tron di Marghera, che faceva parte come i “fratelli” di Carpenedo e della Gazzera della cintura difensiva ottocentesca di Mestre e quindi della laguna, sta vivendo negli ultimi anni uno stato di abbandono totale. Nonostante il cancello di accesso situato sul ponte sopra il canale Lusore sia chiuso da un grosso lucchetto, villeggianti della domenica, campeggiatori, pescatori e persino motorbiker sanno bene come aggirare l’ostacolo. Ci sarebbe una sbarra che indica proprietà privata, ma nessuno ci fa caso.
E così soprattutto al sabato e alla domenica: si vedono gruppi di persone che preparano gran grigliate proprio attorno al perimetro del forte, accendendo fuochi. Senza dimenticare gli stereo a tutto volume che, inutile dirlo, disturbano i volatili che stanno nidificando e li fanno volare altrove. Poi ci sono i campeggiatori e i pescatori che si piazzano con una tenda per la notte.
E se le deiezioni sono per lo meno biodegradabili, non lo sono l’enorme massa di rifiuti prodotti da banchetti e chissà cos’altro, soprattutto plastica, che vengono gettati senza ritegno giù per le rive del fossato. Borse di plastica piene, bottiglie di vetro e plastica, lattine, cartacce, sono visibili in ogni angolo. Tanti sono sommersi dai rovi che crescono stagionalmente.
Poco importa: ogni settimana se ne aggiungono di nuovi. C’è chi banchetta e lascia piatti e bicchieri ammucchiati per terra: quando si ritorna, basta spostarsi un po’ più in là. Poi ci sono i motorbiker che si allenano per ore a marmitta aperta su e giù per gli spiazzi.
Intanto il pontile di legno d’accesso si sta rovinando, mentre le ringhiere laterali in acciaio sono in buona parte state divelte, anche di recente, e mancano in diversi punti. Graffittari hanno lasciato il segno sulle casematte. E i residenti si chiedono: a chi bisogna rivolgersi per fermare vandalismi e degrado? —
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