Dal Co: «Calatrava, opera eccezionale»

Il docente Iuav dopo la richiesta danni della Corte dei Conti: «Per giudicare ci vorrebbero periti di alto livello»
Di Alberto Vitucci
AGOSTINI INTERPRESS VENEZIA 12.09.1008.- APERTO AL PUBBLICO IL PONTE DELLA COSTITUZIONE.
AGOSTINI INTERPRESS VENEZIA 12.09.1008.- APERTO AL PUBBLICO IL PONTE DELLA COSTITUZIONE.

«Il Ponte di Calatrava è un’opera eccezionale, progettata da un architetto eccezionale, Santiago Calatrava. credo che per valutare come è stata realizzata occorrerebbero periti e tecnici altrettanto eccezionali, all’altezza di giudicare un lavoro così complesso». Francesco Dal Co, 67 anni, docente Iuav, è uno dei più importanti storici dell’architettura italiani. Fu lui ad avviare quasi vent’anni fa la proposta di costruire il quarto ponte sul Canal Grande, poi realizzato dallo spagnolo Santiago Calatrava. Un ponte che Dal Co defionisce «bellissimo», niente affatto pentito del clamore cha ancora ne circonda la sua realizzazione. Con l’inchiesta in corso della Corte dei Conti e la richiesta di danni per lo stesso Calatrava e i tecnici che ne hanno seguito la realizzazione. «Il ponte della Costituzione è magnifico e sta in piedi benissimo», dice Dal Co, «bisognerebbe lasciarlo in pace senza le cose sceme che ci sono intorno, come le aiuole fiorite e gli ascensori. Quanto all’inchiesta della Corte dei Conti è chiaro che il magistrato non ha la competenza tecnica per giudicare e dunque si avvale di periti tecnici. Forse, ripeto, bisognerebbe che questi periti fossero all’altezza della complessità dell’opera». Ma non ci sono stati errori durante la realizzazione del ponte? «Non conosco l’iter che è stato seguito per passare dal progetto di Calatrava al progetto esecutivo delle imprese. Una cosa è certa: con questa normativa sugli appalti nessuna opera pubblica può essere portata a termine nei tempi previsti e con i costi preventivati. Cogliamo questa occasione per riformare la legge. Questo è il vero tema, come realizzare opere così complesse applicando la stessa nromativa delle strade».

Intanto l’ex assessore ai Lavori pubblici Mara Rumiz, che si trovò a gestire con la giunta Cacciari la realizzazione dell’opera dal 2005 (la gara d’appalto era stata bandita dal suo predecessore Marco Corsini, assessore della giunta Costa) difende l’operato dei tecnici. «Le decisioni assunte dal maggio 2005 in sintonia tra giunta e tecnici», dice, «sono state tutte orientate alla conclusione di un’opera assai complessa, sia dal punto di vista progettuale che costruttivo. Sarebbe stato più facile decidere di fermarsi, di rescindere i contratti in essere. Ci si è assunti invece la responsabilità di andare avanti e anche attraverso le necessarie revisioni si è portato a compimento l’opera. Ringrazio i tecnici che hanno operato in condizioni difficilissime per raggiungere quall’obiettivo». «Si è così dimostrato», conclude l’ex assessore, «che anche a Venezia è possibile realizzare un’opera di architettura contemporanea, superando la maledizione che aveva impedito la realizzazione dell’ospedale di Le Corbusier».

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