«Città metropolitana, avanti tutta»

Confindustria e le associazioni di categoria suonano la sveglia alla politica. Brugnaro: «L’unica via per uscire dalla crisi»
Agostini Interpress Venezia, 21.06.2010.- Confindustria Venezia alla scuola Grande S.Rocco.- Nella foto l'intervento di Brugnaro.-
Agostini Interpress Venezia, 21.06.2010.- Confindustria Venezia alla scuola Grande S.Rocco.- Nella foto l'intervento di Brugnaro.-

di Massimo Scattolin

Il mondo del lavoro, imprenditori e liberi professionisti veneziani, pungola la politica. Decide di reagire all’attuale crisi economica e di sistema pensando in grande. Gettando le basi per costruire una città, meglio un’area, che possa diventare «la fucina di una nuova era economica, sociale e culturale».

Questi gli obiettivi del “Manifesto per Venezia città metropolitana” promosso da Confindustria Venezia e sottoscritto ieri nella sede di via delle Industrie dai rappresentanti di altre 12 associazioni di categoria (Ance, Coldiretti, Cia, Confartigianato, Unione provinciale artigiani, Confcooperative, Confcommercio e Confesercenti, Consorzio costruttori) e degli ordini e collegi professionali (geometri, consulenti del lavoro, ingegneri). «E’ il frutto di mesi di lavoro e confronto - spiega Luigi Brugnaro, presidente di Confindustria Venezia – Qui da Venezia vogliamo dare il la per dimostrare che qualcosa di importante si può e si deve fare».

E la città metropolitana, prevista per la prima volta nel lontano 1990 e mai decollata, può rappresentare al contempo una concretizzazione di semplificazione amministrativa e uno strumento per migliorare relazioni e sinergie. In realtà, il Manifesto allarga già i confini amministrativi della città metropolitana veneziana (Venezia, Marcon, Mira, Quarto e Spinea) inglobando anche Treviso e Padova, «ma siamo pronti a includere anche Vicenza, Belluno, Rovigo» sottolinea Brugnaro.

«Lo status che la legge riconosce a Venezia va concretizzato, e non si può perdere altro tempo» suona la sveglia Brugnaro. «Noi siamo pronti a raccogliere la sfida. Siamo un’area (con Padova e Treviso) da 39 milioni di turisti all’anno, con un’impresa ogni 9 abitanti, università con 7 secoli di tradizione e 200 corsi di laurea proiettate sulla modernità, 2.200 ettari di aree industriali strategiche, crocevia tra est e ovest, nord e sud, dove si produce il 50% della ricchezza del Veneto».

Industriali, imprenditori agricoli, commercianti, artigiani, ordini professionali sottolineano l’assoluto dinamismo delle province Pa-tre-ve che hanno «performance paragonabili a quelle delle grandi capitali», ma reclamano «un’amministrazione capace di misurarsi con i migliori standard internazionali, dando certezza di tempi, procedure e costi».

E quindi, «ridefinire le competenze a livello metropolitano, ridurre gli enti gestori, assicurare chiarezza nelle procedure d’appalto, favorire la sussidiarietà, sostenre i giovani rendendo coerenti percorsi di studio e prospettive di sviluppo».

Le aree prioritarie di intervento dovranno essere le infrastrutture («quelle utili, che servono») e la logistica; la tutela del territorio come ricchezza e potenziale catalizzatore, al contempo, di un nuovo tipo di turismo e di nuovi investimenti da parte di chi in un territorio “bello” punta a creare ricchezza e a viverci o lavorarci; la difesa delle imprese e del lavoro, con particolare attenzione al terziario, all’integrazione delle diverse realtà produttive, di servizio e ospitalità; il coordinamento e le sinergie tra scuola, Università e innovazione; la promozione internazionale del brand Venezia, la promozione di Venezia come capitale della cultura nel 2019.

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