Cadmio e piombo, laguna in cattive acque

VENEZIA. C’è da sperare che l’effetto Coronavirus, che ha indubbiamente “pulito” per diversi mesi - con l’assenza di traffico e di attività - le acque lagunari abbia contribuito a migliorare la situazione perché i dati che scaturiscono dall’ultimo monitoraggio periodico dei “corpi idrici” lagunari - le varie zone di laguna comprensive anche di fauna e flora acquatica, dai pesci ai molluschi - attuato dal 2017 al 2019 in base alla Direttiva Europea dalla Regione con l’Arpav (l’Agenzia regionale per la protezione ambientale), non sono affatto tranquillizzanti.
Per tutti i 14 corpi idrici monitorati - Palude Maggiore, Centro sud, Lido, Chioggia, Sacca Sessola, Dese, Millecampi Teneri, Val di Brenta, Teneri, Marghera, Tessera, Valle laguna centro nord, Valle laguna centro sud e Centro storico - lo stato chimico delle acque e degli organismi viventi risulta in stato non buono.
Il cattivo stato di salute delle acque lagunari secondo il rapporto è attribuibile al alcuni superamenti dello standard di qualità per sostanze come il benzopirene e il benzoperilene nell’acqua - idrocarburi - e per la diffusa presenza di mercurio e di composti chimici come i PDBE, Polibromofenileteri in molluschi e pesci.
Per quanto riguarda solo la componente dell’acqua dal punto di vista chimico, non è buono in particolare lo stato di salute del Centro storico, di Marghera, Tessera, Chioggia, Sacca Sessola e Dese, mentre è più soddisfacente per le altre zone lagunari considerate dal monitoraggio.
Per quanto riguarda invece lo stato ecologico delle varie aree lagunari è buono solo al Lido, dove però non è stato possibile valutare le condizioni di ossigenazione dell’acqua. E’ scarso invece nelle aree di Millecampi Teneri, Val di Brenta, teneri, Marghera e Tessera e sufficiente per le altre. Va detto però che il monitoraggio non è stato in grado di accertare lo stato ecologico del Centro Storico di Venezia e di Valle Laguna centro nord e centro sud.
Legittimo ipotizzare, visto lo stato chimico, che non debba essere particolarmente soddisfacente. Tra gli elementi biologi che indicano per alcune zone lagunari la mancanza di un buono stato di qualità delle acque, la mancanza di ossigenazione nei molluschi rilevata ripetutamente in zone come Marghera, Millecampi Teneri o Palude Maggiore. Nei molluschi e anche nei pesci in tutte in molte zone è stata invece rilevata la presenza di benzopirene. Buone invece le rilevazioni per la presenza di arsenico, che non avrebbe mai superato le soglie consentite. Il monitoraggio di Regione e Arpav ha anche riguardato i sedimenti presenti nei fondali e anche in questo caso i dati sono tutt’altro che confrontanti.
Per i canali del Centro Storico ad esempio si è superato di oltre il 20 per cento lo standard di qualità per sostanze come il cadmio, il mercurio, il piombo, il tribultistagno. Soprattutto la presenza di mercurio oltre la soglia nei sedimenti è stato, in molte altre zone, tra cui Marghera, Tessera, ma anche Valle laguna centro sud.
Nel complesso uno stato di salute della laguna di Venezia sia dal punto di vista della qualità delle acque sia delle condizioni di vita di pesci e molluschi che desta più di una preoccupazione, in base ai dati del monitoraggio. —
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