Baruffa al seggio, arriva la Digos

VENEZIA. Tutto è filato liscio nei 258 seggi del comune di Venezia, fino allo scadere. Poi al numero 218 della scuola Finzi, in Gazzera-Chirignago, ieri sera è accaduto il parapiglia: al termine dello spoglio delle schede della Camera - dopo già qualche contestazione per l’attribuzione di alcuni voti - i conti di schede e votanti non tornavano, la tensione è cresciuta, la stanchezza si è fatta sentire e sono volate parole grosse tra i membri del seggio. Così grosse che alle 22.30 ancora le operazioni di voto non erano concluse e, anzi, sul posto è dovuta intervenire anche la Digos, per riportare la calma e fare il punto della situazione.
Tempo di dati e di commenti. «Grillo è confermato? Allora con questi numeri, torneremo a votare, non c’è alternativa. Un incubo: in questa situazione di grande incertezza, la prospettiva sembra proprio quella di dover andare nuove elezioni. Un incubo, appunto, per tutti». Il sindaco Giorgio Orsoni commenta laconico: lontano dai televisori, impegnato fuori Venezia, e segue i risultati sullo smartphone. Venezia, ancora una volta, va per la sua strada: il movimento di Grillo primeggia, ma non trionfa, con il Pd avanti. «L’elettorato veneziano dimostra maggiore serietà di quello nazionale», aggiunge. Se gli si chiede però se intenda confrontarsi con M5s, magari introducendo strumenti di coinvolgimento della cittadinanza nelle decisioni amministrative, con sondaggi online sulle grandi scelte, Orsoni è secco: «Si può pensare a tutto, come è possibile pensare a come male i grillini amministrano Mira. Se dovessimo guardare all’unico esempio di loro amministrazione comunale, non è certo un esempio da seguire», chiude la porta in faccia Orsoni: «In questo quadro incerto, la nostra priorità è cercare di amministrare un comune come Venezia, anche se certo con un quadro nazionale così incerto, è molto piu difficile governare, non si hanno interlocutori forti a Roma». Francesca Zaccariotto, presidente della Provincia, è pacata, ma arrabbiata: la Lega è “scomparsa” e anche a Sa n Donà, scivolata a fine classifica. «Bisogna capire chi ha fatto le scelte: io non sono stata coinvolta nelle decisioni della Lega», ripete più volte, ma ribadisce di sentirsi «assolutamente dentro alla Lega». E ora? «Questo risultato è sempre più la testimonianza che oggi la differenza la fanno uomini e donne, non è vero che la gente non sa guardare e vedere, non ha votato di pancia, ma di testa. Si è sentita ingannata da chi ha fatto fino un mese fa le scelte che l’hanno messa in grande difficoltà e ora propone altrimenti. È indubbio che molti che hanno votato Grillo vengono dalla Lega, ma le proposte sono buone per l’Italia, sono state espresse male. Urge una riflessione subito: una cosa sono le elezioni politiche, tutt’altra quelle amministrative. La gente ce l’aveva con Roma e ha punito i partiti per le decisioni romane. Qui bisogna scegliere gli uomini giusti e anche avere messaggi positivi: Berlusconi non ha nove vite, ne ha molte di più. Vediamo se chi ha perso avrà il coraggio di fare una bella analisi». (r.d.r.)
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