Artista del vetro

Chiara Taiariol ha studiato all’Accademia di Brera. Fin da quando ha iniziato gli studi artistici, aveva una forte attrazione per il vetro. Per la produzione artigianale del vetro. Meglio dire la produzione artistica del vetro.
Chiara però non trova nessuna scuola che in Italia insegni quest’arte. C’è solo l’Abate Zanetti, ma è impossibile entrarci. Lei tra le altre cose vuole imparare la lavorazione in fornace non a lume. Poi essendo donna non la agevola certo, quantomeno in Italia. Ma non si dà per vinta. Parte per l’Australia per ampliare i suoi orizzonti e trova chi l’avvicina al vetro alla lavorazione in fornace. Inizia così a realizzare il suo sogno.
Sullo sfondo dei suoi pensieri rimane Murano: che si voglia o meno, rimane la “Mecca del vetro soffiato”, soprattutto per il tipo di lavorazione e la storia. «Purtroppo in Italia si è perso il valore del vetro soffiato. Sempre meno viene apprezzata questa lavorazione. All’estero è ancora un’arte che ha un grande valore. Lo straniero è disposto a spendere», continua Chiara.
In Australia
«L’esperienza australiana è stata fondamentale e mi ha consentito di trasferirmi negli Stati Uniti, con un buon bagaglio di conoscenza, dove ci sono diversi centri importanti per la lavorazione del vetro soffiato. Ho lavorato a Seattle e nel frattempo ho imparato anche la tecnica a lume. Ma Murano rimaneva il mio sogno. Finalmente dieci anni fa mi trasferisco qui. Ho trovato un bravissimo maestro e finalmente ho cominciato a lavorare e a imparare la tecnica che si usa nell’isola. Tecnica sopraffina, diversa da quella praticata nel resto del mondo. Ora realizzo lampadari. Purtroppo, per molti, la lavorazione del vetro viene considerata un lavoro come un altro. In realtà è un’arte». —
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