Alloggio per stranieri, coda di italiani

Allarme della Caritas: «Già 70 casi». Sono padri separati che chiedono un pasto e un letto. Menin: «Caso urgente»
Di Alessandro Abbadir

MIRA. Ora è allarme. Alla Casa alloggio per stranieri San Raffaele a Mira in via Riscossa, hanno bussato alla porta negli ultimi due mesi oltre 70 persone, tutti italiani, tutti in condizioni economiche disperate. A denunciare la situazione è il responsabile della struttura, Francesco Vendramin che chiede a questo punto la realizzazione di una casa alloggio per italiani poveri in Riviera del Brenta o nel Miranese.

«Nella casa alloggio San Raffaele a Mira», spiega Vendramin, abbiamo, come Caritas, 23 ospiti stranieri che possono restare solo qualche mese al massimo. Il problema è che in questi ultimi mesi tanti disperati da tutti i comuni della Riviera si sono presentati qui e hanno chiesto di poter essere ospitati al pari degli stranieri. Queste persone sono senza un lavoro, senza un tetto e hanno una situazione economica disperata a causa di divorzi e affido della casa alla moglie con figli».

La Caritas in questo caso cerca di indirizzare questi disperati verso Mestre. Nel caso di un posto in cui dormire per questo diventerà utile anche il dormitorio della Caritas che verrà realizzato all’ex Edison di Marghera. L’identikit di chi è ridotto ormai alla fame è inquietante. «Sempre più spesso arrivano qui persone giovani», dice Vendramin, « che cercano oltre ad un pasto anche un letto. Nel territorio spesso li indirizziamo alle parrocchie per avere un aiuto immediato».

Alcune parrocchie a Mira come quella di San Nicolò, Borbiago e Oriago sono attive nell’aiutare le famiglie in difficoltà, e ogni mese preparano centinaia di pacchi con vestiti e generi alimentari per le tante segnalazioni che arrivano. Ma questo non basta.

«Alla casa alloggio per stranieri», dice Vendramin, «per regolamento non possiamo ospitare italiani e stranieri contemporaneamente, nascerebbero tensioni pericolose. Arriva gente poi da Dolo, Vigonovo, Stra e noi cerchiamo di mandarli a Mestre ma spesso lì è pieno. Serve a questo punto una struttura per tutto il comprensorio o a Mira o in un altro paese della zona».

A questa situazione si somma quella denunciata ad ottobre scorso sempre da Caritas e comuni nell’area dell’Asl 13, di quasi 200 anziani nei 17 comuni della Riviera del Brenta e Miranese sono costretti a cercare fra le immondizie qualcosa da mangiare. Il fenomeno che fino a 6 anni fa era limitato a segmenti piccolissimi della marginalità sociale, ora sta assumendo connotazioni endemiche. I centri più colpiti sono quelli con un gradi di urbanizzazione più elevata: Mira, Spinea, Mirano, Martellago e Dolo Sulla questione interviene in presidente della conferenza dei sindaco della Riviera e sindaco di Camponogara Giampietro Menin.

«La questione sollevata da Caritas», dice Menin, «è molto importante. Purtroppo la crisi ha provocato in questi anni una disgregazione del tessuto sociale dei nostri paesi. L’idea di una casa alloggio per poveri in Riviera, mi trova d’accordo. Porterò la proposta alla prossima assemblea dei sindaci in programma a fine mese».

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