Verona o Cittadella il Veneto risale in A I granata possono riscrivere la storia

Mai una cittadina così piccola è approdata al massimo campionato Esperienza e qualità contro la forza e l’organizzazione del gruppo
BASCHIERI - FOTOPIRAN - CITTADELLA - ORTOFRUTTA DA LENA
BASCHIERI - FOTOPIRAN - CITTADELLA - ORTOFRUTTA DA LENA

CITTADELLA. Questa non è una partita, è “la” partita. Quella che una bella fetta dei tifosi del Cittadella nemmeno sognava di poter vivere. Quella che forse solo il patron Angelo Gabrielli, quando la squadra salì per la prima volta fra i cadetti, ormai 19 anni or sono, immaginava di poter vedere un giorno, al punto da chiedere al “profeta” Glerean di fare un altro salto verso l’alto. Non ha fatto in tempo ad assistervi, lo storico fondatore mancato nel 2009, ma forse non è un caso se da diversi giorni sulla centrale Piazza Pierobon si affaccia uno striscione che chiede al papà dell’attuale presidente Andrea di caricare i ragazzi dall’alto e condurli al traguardo. E il traguardo si riassume tutto in quella lettera che la maggior parte dei giocatori e di chi lavora nell’ambiente granata ha ancora un certo pudore a pronunciare, anche se forse è più scaramanzia che altro. Il Citta - la stessa squadra che, a sentire la maggior parte degli addetti ai lavori, dopo la rivoluzione operata dal digì Marchetti la scorsa estate sembrava destinata a dover lottare per salvarsi; la stessa società che ha operato col budget largamente più basso della categoria - è qui a giocarsi la Serie A. E lo fa in una notte. O, meglio, in 90 minuti più recupero, perché, occorre ricordarlo, stasera al Bentegodi, contro l’Hellas Verona (ore 21.15), non ci saranno in ogni caso i supplementari. Ci sono, invece, due gol da difendere, quelli messi a segno all’andata. Ma, si sa, questo Citta non è nato per coprirsi e basta. Vero mister?

«Può sembrare che il 2-0 del Tombolato ci metta in una posizione di vantaggio, ma non credo che in una finale del genere ci sia una vera favorita», ha sottolineato Roberto Venturato nella conferenza stampa della vigilia, senza lasciare che la minima emozione alterasse il solito tono pacato. «Il Verona ha qualità, e l’ha fatta vedere lungo tutto il campionato, in particolare nell’ultimo periodo con l’arrivo di Aglietti in panchina. Conta su giocatori molto bravi e su un pubblico caloroso, che ama la sua squadra. Le difficoltà sono tante, ed è chiaro che per raggiungere l’obiettivo occorre superarle. Ma cercheremo di riuscirci mantenendo la nostra identità e provando a fare quello che siamo in grado: giocare un propositivo». —

Diego Zilio

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