Venezia Calcio, con il Cagliari sfida tra squadre a specchio

In Sardegna, i lagunari sono obbligati a vincere contro un’avversaria dalla filosofia diversa ma che spesso usa il loro stesso modulo, ovvero il 3-5-2

Giuseppe Malaguti
Il gol di Candé che ha sbloccato l'ultima sfida vinta con la Fiorentina al Penzo (Foto Interpress)
Il gol di Candé che ha sbloccato l'ultima sfida vinta con la Fiorentina al Penzo (Foto Interpress)

Continua il lavoro incessante del Venezia nel suo quartier generale in vista della gara decisiva di domenica alle 20.45 in Sardegna contro il Cagliari. Le due squadre sono divise da soli 4 punti a due giornate dal termine del campionato. Arancioneroverdi a 29, rossoblù a quota 33. Gli uomini di Eusebio Di Francesco, nella seconda parte della stagione, hanno cambiato passo recuperando giornata dopo giornata punti su tutte le dirette concorrenti alla salvezza che, al contrario, hanno faticato tantissimo a muovere la classifica. Alla formazione di Davide Nicola basterebbe un punto per salvarsi, mentre al Venezia – per la prima volta in stagione padrone del proprio destino – il segno x in terra sarda potrebbe non bastare considerando gli impegni “abbordabili” almeno sulla carta dell’Empoli (28 punti) che fa visita al già retrocesso Monza e il Lecce (28) che gioca in casa con il Torino, senza obiettivi in questo finale di campionato.

La sfida

Sarà un sfida nella sfida: due squadre con caratteristiche diverse accomunate però da due allenatori, seppur diversi per filosofia di gioco, molto esperti. Il Cagliari ha spesso cambiato modulo di gioco passando dal 3-5-2 fino al 4-2-3-1 per poi virare, per un breve periodo, al 4-4-2 e finendo nuovamente con solidissimo e fluido 3-5-2. Con il rientro di Luperto, i sardi torneranno sicuramente alla difesa a tre. Fondamentale la spinta dei due esterni, soprattutto Zortea a destra, che ha anche una certa confidenza con il gol (6 in campionato), mentre a sinistra si muove Augello che si propone meno in avanti del compagno.

Mediana molto strutturata con capitan Deiola che, dei tre mediani, è quello che ha più capacità di inserimento, mentre Makoumbou e Adopo hanno caratteristiche più di contenimento. Davanti, Piccoli è il finalizzatore (9 reti) capace di caricarsi il peso dell’attacco sardo sulle spalle ed è un punto fermo dello scacchiere di Nicola. Luvumbo, invece, giostra da seconda punta, abile di svariare su tutto l’arco offensivo e in fase di non possesso ad abbassarsi sulla fascia di sinistra per rinfoltire il centrocampo. Mancherà in attacco Pavoletti, appiedato da giudice sportivo per un turno.

Il Cagliari non è una squadra devota al palleggio, a differenza del Venezia che ama tenere, quando possibile, il possesso del pallone per poi verticalizzare velocemente. Le corsie esterne rimangono il focus principale delle azioni offensive del Cagliari, andando a sfruttare la velocità dei propri uomini e la superiorità numerica che si viene a creare con la sovrapposizione dei terzini. È qui che Zerbin ed Ellertsson, i due di fascia degli arancioneroverdi, dovranno essere capaci di limitare gli avversari. Il Venezia, per tutta la stagione, ha giocato con il 3-5-2: le squadre quindi giocheranno a specchio.

Il Cagliari, in fase di non possesso, aggredisce alto concedendo il duello uomo a uomo, chiedendo ai centrocampisti di alzarsi tantissimo in prima battuta, lasciando però tanto spazio alle proprie spalle, ed è quindi fondamentale affinché sia produttivo questo tipo di atteggiamento che venga sempre svolto con l’intensità al massimo, in maniera collettiva e ben organizzata. La grande capacità di Nicola è quella di esaltare le caratteristiche dei singoli a prescindere dal modulo: intensità nell’arco di tutta la partita. Mentre un punto debole è la poca propensione al costruire azioni manovrate e concedere tanti duelli a tutto campo.

Cheick Condé portato via in barella dopo il colpo subito da Pablo Marì (Foto Interpress)
Cheick Condé portato via in barella dopo il colpo subito da Pablo Marì (Foto Interpress)

Aggiornamento su Condé

Perfettamente riuscito l’intervento di osteosintesi al perone destro del centrocampista Cheick Condé, a seguito dell’infortunio riportato lunedì in occasione della partita contro la Fiorentina. Il brutto fallo è stato opera di Pablo Marì.

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