Venezia, tris servito Chi ben comincia...

Successo limpido, 3-0 ai lombardi che chiudono in ginocchio
Carlo Cruccu
Interpress/Mazzega Cruccu Venezia, 31.08.2014.- Calcio Stadio P.L.Penzo FBC Unione Venezia/AC Renate.- Nella foto il secondo gol del Venezia realizzato da Carcuro Davide
Interpress/Mazzega Cruccu Venezia, 31.08.2014.- Calcio Stadio P.L.Penzo FBC Unione Venezia/AC Renate.- Nella foto il secondo gol del Venezia realizzato da Carcuro Davide

VENEZIA. Se vogliamo dirci, guardandoci negli occhi, che il Venezia deve ancora migliorare, crescere, imparare a gestire certe situazioni, vabbè, diciamolo, perchè è vero. Ma non sputiamo su un 3-0, per favore. Ricordiamoci di cosa si è visto nella scorsa stagione (il più scadente campionato a memoria d’uomo e di elefante, ndr) e mettiamo in saccoccia tra squilli di tromba e colpi di grancassa questi primi tre punti che regalano al Venezia il primo sorriso dell’anno della riscossa.

Ci può stare. Dunque Venezia 3 e Renate 0, risultato per un’ora esagerato premio per la squadra di Dal Canto, ma alla fine salvagente per il Renate che, in un quarto d’ora finale senza forze e senza idee ha corso il rischio di prendere più palloni del Brasile contro la Germania. Successo limpido, quello del Venezia, costruito senza strafare e naturalmente sfruttando le magagne altrui.

Corner. Gol su azione da corner dopo 4’. E nel secondo tempo, raddoppio dopo 2’ con altra azione dalla bandierina. Applausi al Venezia, ma servirebbe una sveglia alla difesa del Renate, che evidentemente raggiunge la concentrazione in ritardo, a malanno commesso. In altre parole, se i due gol da corner li avesse presi il Venezia - e nel recente passato è successo più volte - saremmo tutti qui con legni e chiodi per crocifiggere i colpevoli.

Sofferenza. Buon Venezia in avvio, c’è il gol di Carcuro, qualche progressione sulla destra, ma lo slancio si spegne in un quarto d’ora e fino all’intervallo si vede un buon Renate, pericoloso con Gualdi e Florian, ma sempre fermato dall’ottimo Zima, ventenne che se non si perde per strada - starà a lui fare il bravo - può avere un futuro. Aggiungiamo comunque che nei momenti di difficoltà il Venezia soffre ma resiste, non perde la testa e il senso delle distanze e questo alla fine permette di portare a casa il risultato.

Conti chiusi. Fiatone all’intervallo, ma non c’è tempo per temere ancora il Renate, perchè dopo due minuti della ripresa la difesa nerazzurra (stavolta vestita di biancarancio, boh?) riprova il fermoimmagine del primo tempo e si fa infilare. Ciao Renate ciao, finisce il fiato, finisce la lucidità, per i lombardi finisce tutto, non c’è verso di riaprire la partita e buon per loro che una volta Greco è in fuorigioco, un’altra Espinal arriva tardi di mezzo attimo, un’altra Bellazzini di impietosisce fino a fare la cosa più difficile (sbagliare un gol quasi fatto) e via così. Solo all’87’, su liscio oratoriale di Gavazzi, Greco batte al volo e porta i gol al numero perfetto.

Mio o tuo? Di chi è il secondo gol? Legati o Carcuro? Fossero cannonieri di razza sarebbero arrivati in sala stampa con le prove. «È mio», «No, è mio», invece manca poco che si scusino. Legati, difensore, giura che non ha importanza, Carcuro spiega che ha ribattuto in porta per sicurezza, in realtà la capocciata di Legati è respinta da un difensore (oltre la linea?) e la palla sbattuta dentro da Carcuro. La Lega Pro, fresca di un canale tivù tutto suo, non ha ancora l’occhio di falco, di lince, o che altro, per chiarire se una palla è dentro o fuori e quando. Il gol comunque c’è, il resto conta meno.

Primo e terzo. Il primo comunque è di Carcuro, testa nell’area piccola, il terzo, già raccontato, di Greco, resta da annotare una traversa di Scaccabarozzi, che non ha cognome da fuoriclasse ma un piede che sa mettere la palla dove vuole. Quello che manca al resto della sua squadra, che perde troppi palloni a centrocampo, nel momento di costruire la manovra.

Applausi. Alla fine il Venezia chiude in gloria e anche quelli del partito dei mai contenti regalano l’applauso. Un Venezia che, visto stavolta, ha giocatori nel loro ruolo. C’è un’idea di partenza, 4-3-3. Più mestiere in difesa e forse meno dipendenza dai singoli. Non c’è un Bocalon che fa 20 gol, ma tutti possono andare in porta. Vediamo cosa succede domenica a Pordenone.

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia