Herzan, il mistero delle scarpe spaiate

PORTOGRUARO. Una scarpa bianca e una nera: Ondrej Herzan, calciatore ceco del Portogruaro, domenica scorsa non è passato inosservato durante la partita contro il Trapani. Cosa si nasconde dietro il mistero delle scarpe spaiate? Lo svela lo stesso centrocampista: «Sì, in effetti erano due scarpe diverse, una Nike e una Adidas: sul piede sinistro, quello d'appoggio, calzavo una scarpa da sei tacchetti per i campi pesanti, sul destro una scarpa classica con 13 tacchetti per campi asciutti. Non è la prima volta che adotto questo sistema, ma prima la differenza non si notava perchè le scarpe erano dello stesso colore».
Perchè indossare due scarpe con tacchetti diversi? «Tutti i calciatori vorrebbero sempre giocare con i tredici perchè è la soluzione più idonea per gli allenamenti e la maggior parte delle partite» spiega Herzan, «quando ci sono terreni di gioco pesanti ma non troppo, pur di non mettere tutte e due le scarpe con i sei tacchetti scelgo la via di mezzo. Il piede d'appoggio deve essere ben saldo a terra con i sei lunghi, mentre il piede col quale calcio non ha questa esigenza». Tornando alla partita con il Trapani, per Herzan è stato il debutto da titolare dopo tante mezze presenze. Stagione anomala? «A nessuno piace la panchina, ma sono un professionista e accetto le decisioni dell'allenatore. Il mio dovere è dare il massimo negli allenamenti e quando vengo chiamato in causa nelle partite». Uno sguardo al campionato del Portogruaro? «La squadra mi sembra più dotata dell'anno scorso, i nuovi giovani se la cavano con il pallone. Per quanto riguarda la Prima Divisione, credo che anno per anno stia perdendo qualità».
Venerdì sera (20.30) l'atteso anticipo a Lecce, dove Ondrej Herzan ha iniziato la carriera italiana. «Arrivai nell'estate 2006» racconta Herzan «venivo dallo Sparta Praga. Il mio allenatore conosceva Zeman, che allenava il Lecce. La società, appena scesa in B, voleva risalire subito, le cose non andarono benissimo, Zeman dopo tre mesi venne esonerato e al suo posto arrivò Papadopulo con una decina di nuovi giocatori. Chiudemmo a metà classifica e io giocai una dozzina di partite». Chi c'era in quel Lecce? «I miei concorrenti erano Vives e Giacomazzi, in attacco c'era un giovanissimo Osvaldo, allora sconosciuto. Ho un bel ricordo di Lecce sia come città che come società».
De Sena. Stamane Carmine De Sena si sottoporrà a intervento in artroscopia ad Abano per la pulizia di alcuni frammenti ossei della caviglia dolorante. Tempi di recupero, due-tre settimane.
Gianluca Rossitto
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