Cristante premiato al «Gran Galà»

di Carlo Cruccu
INVIATO A VICENZA
Filippo Cristante sorride e ringrazia. Al Gran Galà del Calcio Triveneto uno spicchio di gloria anche per lui. Riceve un premio che si riferisce alla scorsa stagione, quella della retrocessione e dunque è un premio molto personale. Come dire, è andata così, ma Cristante è sceso di categoria a testa alta. E a consegnargli la targa dell’Aic , proprio Fabio Viviani, ex allenatore del Porto.
«Sono orgoglioso, dico la verità , questa è una festa del calcio triveneto e io sono molto legato al mio territorio per cui per me ha un valore particolare, mi gratifica» è la prima reazione del difensore granata. Gioca nel Portogruaro, abita a Treviso, moglie di Spinea, Cristante è un friulano puro, che arriva da San Giovanni di Casarsa, terra di Pierpaolo Pasolini ed Ezio Vendrame, due “grandi”, seppur in campi e generi diversi. Cristante parla di un calcio senza esasperazione e dell’importanza di viverlo senza pressioni, o almeno senza eccessi. «Sotto questo punto di vista Portogruaro è il posto ideale – riprende – e non sono d’accordo con chi parla di indifferenza dei nostri tifosi. Sono fedeli, amano la squadra e hanno l’intelligenza che fa capire che una volta finita la partita si gira una pagina. La mia famiglia è presente al Mecchia quando giochiamo, poi si torna a casa per finire la domenica in serenità e per me questo è importante. Dovrebbe essere una cosa normale, ma non dappertutto lo è».
Il Porto ha ripreso a far risultati buoni da quando la società si è rasserenata. Le sparate dei dirigenti ad inizio stagione avevano prodotto solo scarsi risultati e polemiche. «Io credo che la famiglia Mio vada capita e giustificata, oltre all’impegno ci mette sostanza, cosa non facile soprattutto se consideriamo l’attuale momento economico che il nostro Paese sta attraversando. La filosofia della società è giusta, fatta di grande attenzione e un occhio particolare per i giovani. Perchè ci sia un futuro questo è un percorso necessario».
E il Porto dei giovani comunque non può fare a meno di qualche giocatore d’esperienza. .. «Sono qui, il mio contributo deve essere anche questo – spiega ancora Filippo Cristante – non solo giocare quando l’allenatore chiama ma anche mettere a disposizione quanto imparato sotto tutti i punti di vista in tanti anni di campo e spogliatoio».
E intanto la squadra viaggia al secondo posto. «A Lanciano abbiamo fatto bene, contro un’ottima squadra e giocando anche con un uomo in meno. Segno che il Portogruaro ha anche qualità, ci sono giovani che crescono e vogliono emergere».
Con l’occhio esperto, chi del Portogruaro può essere sul palco di Vicenza l’anno prossimo a ricevere questo premio? «Fare un nome non ha senso – conclude Cristante – anche perchè abbiamo in squadra parecchi ragazzi bravi. Sta a loro gestire una grande fortuna, quella di saper giocare a calcio. Lavorare con serietà, entusiasmo, impegno. Così si vincono partite, campionati e anche i premi come questo»
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