Amedeo Chimisso, sono passati 46 anni

VENEZIA Quarantasei anni fa, il tempo vola. Ed era un volo pieno di sogni azzurri quello che alle 18.51 del 28 gennaio 1966 si schiantò sulla pista dell’aeroporto di Brema. Quarantasei anni fa,...

VENEZIA

Quarantasei anni fa, il tempo vola. Ed era un volo pieno di sogni azzurri quello che alle 18.51 del 28 gennaio 1966 si schiantò sulla pista dell’aeroporto di Brema. Quarantasei anni fa, quarantasei vittime, coincidenza sinistra. Sulla pista di Brema si fermò anche il volo di un diciannovenne veneziano, Amedeo Chimisso, che si stava imponendo a livello nazionale a suon di risultati nel dorso e nei misti. Aveva solo una presenza in azzurro, Amedeo Chimisso, quando gli arrivò la convocazione per il meeting internazionale di Brema, uno degli appuntamenti più importanti della stagione, dove le giovani speranze italiane potevano misurarsi con americani, australiani e giapponesi. Amedeo Chimisso era nato a Venezia, il 26 ottobre 1946, abitava alla Giudecca e nei canali che dividono l’isola aveva iniziato a nuotare. Frequentò la piscina della Rn DopoLavoro Ferroviario di Venezia, seguito da Giancarlo Veclani, che poi lo portò a Mestre alla Mestrina Nuoto nella nuova piscina scoperta, infine passò alla Rari Nantes Patavium, guidato a livello tecnico da Vittorio Costa. Il primo successo di rilievo era arrivato nel 1959 alla Coppa Scarioni, l’esplosione nel 1965, l’anno dopo dove essere quello della definitiva consacrazione. Una folla immensa e commossa seguì il feretro di Amedeo Chimisso, avvolto nella bandiera bianca con i cinque cerchi olimpici, lungo le fondamenta della Giudecca e seguì i funerali nella chiesa di Santa Eufemia. Su quel volo della Lufthansa, Amedeo Chimisso salì con altri sei compagni di squadra: il triestino Bruno Bianchi, il torinese Chiaffredo “Dino” Rora, i romani Sergio De Gregorio e Luciana Massenzi, la bolognese Carmen Longo e la genovese Daniela Samuele. Assieme a loro il tecnico Paolo Costoli e il telecronista Nico Sapio. Una tragedia, atto finale di una serie incredibile di coincidenze: la nebbia, la chiusura dell’aeroporto di Linate, la rinuncia al treno, il volo della Swissair fino a Lugano, da lì a Francoforte dove la comitiva perse la coincidenza per Brema, infine il disastro. A Chimisso è stata intitolata la piscina di Sacca San Biagio, a Sacca Fisola, mentre ad agosto si svolge al Lido di Venezia un Memorial di nuoto a lui intitolato. A livello nazionale, ogni anno di disputa la Coppa “Caduti di Brema”, che assegna il titolo italiano indoor a squadre maschile e femminile.(m.c.)

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia