Addio Manservigi, bomber dall’animo nobile

MESTRE. Un anno in arancionero e un record durato oltre vent’anni. Nonostante avesse vestito solo per una stagione la maglia della Mestrina, in tanti in città si ricordano di Adriano Manservigi, morto ieri a 67 anni. Già, perché al “baffo” è legata una stagione di serie C, quella 1974-75, conclusa con una retrocessione ma nella quale Manservigi lasciò il segno, realizzando 17 gol in 36 partite. Un primato infranto poi da Diego Grassi, nella stagione 95-96, quella della promozione in C/2, con 20 reti.
Nato in Friuli, a Casarsa della Delizia, il paese di Pier Paolo Pasolini, il 21 novembre 1949, si era trasferito quasi subito in provincia di Verona, muovendo i primi passi nell’Edera per poi esordire a nemmeno 18 anno in serie D nell’Audace San Michele Extra (6 gol in 17 partite). All’ inizio degli Anni Settanta è prima a Schio e poi a Legnago, poi approda in serie C a Padova nel 1973-74. Una stagione in biancoscudato contrassegnata da 24 presenze e 7 gol e poi nel 74-75 l’arrivo alla Mestrina, neopromossa al termine in un testa a testa con il Treviso. Una formazione arancionera storica, che inizia con quella triade Tiengo-Drigo-Bardella che ogni appassionato mestrino conosce a memoria. In panchina c’è Elvio Matè, la Mestrina gioca bene ma raccoglie poco, alla fine del girone di andata (le vittorie valgono ancora due punti) è ferma a quota 10. Manservigi però non si ferma, segna molto e quasi contribuisce a una rimonta che però non riesce. Gli arancioneri tornano in D e l’attaccante veronese riabbraccia Padova in serie C, dove gioca trenta gare realizzando sei reti. Di seguito Manservigi torna alla squadra che lo aveva lanciato, il San Michele Extra (1976-77) e successivamente all’Adriese (77-78 e 78-79) per poi finire la carriera da giocatore nelle formazioni minori del veronese. Smesso di giocare, passa in panchina, guidando una sfilza di società della sua provincia, l’ultima delle quali il Montorio nell’annata 2014/15. Nella stagione precedente aveva dato a molti una lezione di coerenza. Pochi giorni dopo avere accettato di guidare, gratuitamente, gli Juniores del Somma era stato contattato da un club di Promozione. Proposta allettante, ma rifiutata senza pensarci un attimo. «La parola per me vale più dei soldi» aveva commentato senza battere ciglio. Grande persona, Manservigi, che lascia la moglie e tre figli. Era impegnato nel volontariato, di notte aiutava i senzatetto.
Maurizio Toso
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