Eraclea, fa causa al tabaccaio che non giocò la sua schedina vincente
La ricevitoria non gli ha giocato la schedina del Superenalotto a causa del terminale bloccato. Il sandonatese Thomas Peretti, 37 anni, che nel frattempo ha perso anche il lavoro, avrebbe incassato 37 milioni

ERACLEA. Il tabaccaio non gli aveva giocato la schedina, poi rivelatasi vincente. Ora il sandonatese Thomas Peretti, 37 anni, che nel frattempo ha perso anche il lavoro, si è rivolto al suo legale, Luca Pavanetto, e chiede un risarcimento alla tabaccheria «Grigolon» di Eraclea pari a 37 milioni di euro, ovvero l’importo che la schedina gli avrebbe fruttato.
Il legale invoca una sentenza esemplare che potrebbe costituire un precedente. I fatti risalgono al novembre 2008. Peretti si era recato alla tabaccheria di fiducia, la Grigolin in piazza Garibaldi, per giocare la schedina, un sistemino al Superenalotto, ma il terminale era bloccato. Il titolare, come ha ricostruito l’avvocato, si era offerto di giocarla non appena fosse tornata la linea. Il giorno seguente Peretti ha scoperto che quella schedina era proprio la vincente. Grigolon ha spiegato di aver agito sotto la responsabilità di Peretti che, davanti a testimoni, aveva lasciato la schedina nella speranza che il terminale si fosse sbloccato. Anche la Sisal si era sollevata da ogni responsabilità, asserendo che Peretti avrebbe potuto giocare il sistema da un’altra parte trovando il sistema bloccato presso i locali di Eraclea. Sistema, sostenevano in tabaccheria, che se giocato quella sera avrebbe anche potuto non incolonnarsi.
«La schedina era quella e avrebbe fruttato la vincita senza alcun dubbio - precisa Pavanetto dopo aver depositato l’atto di citazione per la richiesta di risarcimento dei danni - inoltre abbiamo la telefonata delle 19.33 della ricevitoria che attestava che la schedina non solo non poteva essere giocata, ma non si sarebbe più potuta giocare, vista l’ora. Schedina oltretutto già pagata come dimostra la carta rilasciata dal titolare a Peretti. Nel contratto di gioco sono previsti obblighi da entrambe le parti: il cliente deve consegnare schedina e soldi e pagarla. Chi la riceve deve consentire di giocarla. Chiediamo pertanto una sentenza esemplare- conclude l’avvocato Pavanetto- anche perché l’ulteriore beffa è che il mio assistito nel frattempo ha perso il lavoro».
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