Menu halal donato alla famiglia di Gaza: «È un gesto umano, fatto con il cuore»

I due fratelli libanesi titolari del locale “Alì Babà” di via Morgagni hanno offerto pranzi e cene ad Abdullah e mamma Iman

Alice Ferretti

 

Di fronte al dolore che arriva da Gaza, due fratelli libanesi rispondono con un gesto semplice e potente: un pasto caldo halal. È accaduto in questi giorni nel cuore di Padova, dove Alì e Houssam Bajad, titolari del locale per asporto “Alì Babà” di via Morgagni, hanno offerto i pasti, pranzo e cena, ad Abdullah e alla mamma Iman, che insieme alla piccola Qamar, di 6 mesi appena, sono arrivati giovedì all’alba da Gaza e sono ora ospiti del reparto di Oncoematologia pediatrica dell’Azienda Ospedale Università.

Così, in silenzio e senza clamore, si è accesa una scintilla di umanità concreta, la prima tappa di una vera e propria staffetta della solidarietà cittadina.

«È un gesto umano», racconta Alì Bajad con semplicità. «Visto che stanno subendo tanto abbiamo pensato di aiutarli come possiamo. Noi siamo qui da 25 anni, siamo italiani ormai. Ma quello che vediamo accadere a Gaza è uno sterminio. Queste persone non hanno nulla. Né da mangiare, neanche acqua potabile. E invece hanno diritto di vivere come noi. Hanno sofferto abbastanza, e noi la viviamo così: non si può restare indifferenti».

Nel piccolo locale che profuma di spezie e cucina mediorientale, non si distribuiscono solo panini e falafel. Si dà spazio a storie, a ricordi, a dolore condiviso. I fratelli Bajad vengono dal Libano, terra di guerre e fughe, come quella che ancora oggi strazia la Palestina.

«Noi siamo qui per lavoro», aggiunge Houssam, «ma loro vivono nella guerra». Aggiunge Alì: «Anch’io ho dei bambini, di 10 e 14 anni. Quando senti che altri piccoli stanno male, che non possono curarsi, ti fa male. Un bambino malato ha diritto di vivere al meglio».

Alì e Houssam parlano con dolcezza, ma con fermezza. Hanno nostalgia, conoscono bene cosa vuol dire vivere lontano dalla propria casa, il proprio mondo. «Nel 1948 hanno detto al popolo palestinese che sarebbero potuti tornare nella loro terra e invece non è stato così. I palestinesi sono andati via, in Libia, in Giordania, in Egitto, e non sono più riusciti a tornare. Hanno perso tutto. E quella era casa loro. Noi conosciamo bene la mentalità mediterranea: siamo tutti legati alla nostra terra, agli ulivi, alle piante. La terra è il centro del mondo. Per questo per loro nonostante ci sia la guerra è difficile andarsene».

Padova ha accolto Abdullah e la sua famiglia, ma sono molte le realtà che si stanno attivando per fornire aiuto. Il gesto dei fratelli Bajad vuole essere un segnale. «Anche un piccolo aiuto può essere importante perché se siamo in tanti, quel poco diventa tanto». —

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