Alla Venice Glass Week 200 eventi e 96 mostre: «Il vetro dona sfumature emotive uniche»

A Venezia la rassegna coinvolge fino al 21 settembre musei e gallerie. Dai pezzi di fine Ottocento a quelli ispirati al Futurismo

Silva Menetto
Personale di Tristano di Robilant all’Accademia (foto di Francesco Barasciutti)
Personale di Tristano di Robilant all’Accademia (foto di Francesco Barasciutti)

A Venezia è esplosa la “glass-mania” e fino al 21 settembre (in alcuni casi anche oltre) è possibile immergersi nella magia del vetro artistico grazie alla Venice Glass Week, il festival internazionale dedicato all’arte del vetro, arrivato alla nona edizione.

Una girandola di duecento eventi - compresi incontri, laboratori, dimostrazioni e una corsa podistica tra le fornaci - con 96 mostre, 130 sedi coinvolte e oltre 300 partecipanti provenienti da 54 paesi di tutto il mondo.

Ad attirare subito l’attenzione del pubblico nel primo giorno di apertura sono stati i due HUB della manifestazione: a Palazzo Loredan la mostra di una cinquantina di artisti tra i più affermati della scena internazionale e poi l’HUB Under35 alla Bevilacqua La Masa in Piazza San Marco. Due collettive che offrono una interessante panoramica sullo stato dell’arte del vetro artistico a livello mondiale.

Mai come quest’anno, infatti, sono pervenute al comitato organizzatore richieste di partecipazione, segno evidente che il festival ha saputo imporsi come punto di riferimento per artisti, designer, maestri vetrai e istituzioni, come evento capace di raccontare il vetro come eredità da tutelare, ma anche come linguaggio vivo, universale e contemporaneo.

Spulciando qua e là tra le centinaia di proposte (il programma completo sul sito https://theveniceglassweek.com) ci sono gli “specchi futuristi” realizzati da Giberto Arrivabene con i maestri della Barbini su suggestioni geometriche di Giacomo Balla; gli oggetti in pasta di vetro calcedonio muranese di fine Ottocento esposti da Marignana Arte; le opere in “ghiaccio muranese” realizzate nella fornace di Simone Cenedese in collaborazione con l’artista finlandese Dylan Katz, che ricreano la fascinazione e la magica trasformazione della materia. “The Magic Of Glass”, appunto, come il titolo del festival di quest’anno.

E poi la mostra alle Stanze del Vetro a San Giorgio sul vetro artistico alla Biennale, le mostre in corso al Museo del Vetro di Murano sui Fratelli Toso e sul "Vero Casanova", le perle di vetro di Hiroshima alla Biblioteca Vez di Mestre. Anche le Galleria dell’Accademia di Venezia hanno rinnovato il fortunato connubio tra capolavori della pittura e arte del vetro ospitando in occasione della Venice Glass Week 2025 “InAcademia”, la personale di Tristano di Robilant che attraverso dodici sculture in vetro collocate tra pianterreno, primo piano e nel cortile palladiano apre un dialogo con la storia e la collezione del museo veneziano.

Sono forme morbide, astratte, dai colori classici – si va dall’ambra all’ametista al verde – realizzate tutte a Murano dall’artista in collaborazione con la vetreria Anfora. Opere di una straordinaria complessità tecnica ma dal fluire sinuoso, che sembrano quasi adagiarsi nello spazio, come epifanie.

«L’aspetto affascinante del vetro è che riesce a dare all’opera d’arte quelle sfumature emotive che sarebbero difficili da esprimere con altri materiali», precisa Tristano di Robilant, «Ogni opera ha un legame con un dipinto preciso, con la stanza in cui è esposta oppure con l’aura che la stanza emana – spiega la curatrice Cristina Beltrami – sono presenze silenziose ma potenti».

La mostra “InAcademia” sarà visitabile fino al 24 novembre. 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia