Venezia, quelli che aprono nuove attività sfidando il Covid

Quattro storie di resistenti: il panificio Stocchi a Mestre, a San Donà l'agenzia viaggi di Tommaso Montagner e Betjan Shehaj e il salone dei parrucchieri Silvia e Massimo, il caffè di Gaetano e Francesco Ranavolo a Cappella di Scorzè

Il panificio «Coraggiosi? Più che altro decisi. Avevamo deciso da tempo di aprire un negozio a Mestre e nonostante l’incertezza generale abbiamo deciso di farlo, senza aspettare che la situazione si sblocchi». Maurizio Stocchi è il proprietario di “Panevèro”, nuovo panificio di Mestre aperto in viale Garibaldi all’angolo con via Fradeletto, praticamente di fronte alla storica pizzeria “Progresso”. Ci lavora anche la moglie, Daniela Scattolin.

Si tratta del secondo negozio della catena di Stocchi: il primo è attivo a Preganziol, in provincia di Treviso. Il titolare del negozio arriva dal mondo della panificazione, si occupava dei macchinari, e poi ha deciso di investire in proprio nell’arte bianca di alta qualità.Ora sbarca a Mestre in pieno periodo di incertezza vista la situazione generale di difficoltà economica che vive il paese, causa pandemia ed emergenza sanitaria. Ma Stocchi spiega di non avere paura. Anzi, la apertura del secondo negozio a Mestre era un progetto già in elaborazione da tempo. E la scelta è caduta su viale Garibaldi, la strada storica che porta in piazza Carpenedo.

«Abbiamo puntato su una zona che ci piaceva, piacevole e vitale. E viale Garibaldi è senza dubbio tra le zone più belle di Mestre. E il nostro panificio è in una posizione ben visibile. Proponiamo prodotti di qualità perché noi lavoriamo il pane e i prodotti dolci utilizzando pasta madre, senza strutto o e additivi e per produrre i nostri prodotti impegniamo 14 persone. Dal pane alle crostate, è tutto prodotto da noi e non lo produciamo per conto terzi. Produciamo e vendiamo per noi», spiega Stocchi. Particolare l’offerta al pubblico: «Il negozio di Mestre lo teniamo aperto con orario continuato dalla mattina presto fino alle 19.30, tutti i giorni. E siamo aperti la domenica mattina per offrire ai nostri clienti il pane fresco e i nostri dolci anche nella giornata festiva. E questa sicuramente è una scelta che ci differenzia da molti altri».La nuova apertura non è passata inosservata con tanti clienti curiosi che provano i prodotti.

Tommaso Montagner
Tommaso Montagner

L'agenzia viaggi Hanno aperto nel momento più difficile in assoluto per il loro settore. Un'agenzia di viaggi quando in piena pandemia è paradossalmente vietato viaggiare. Tommaso Montagner, con il socio Betjan Shehaj, hanno guardato però al futuro con l'entusiamo dei giovani imprenditori che non hanno paura di investire. E hanno così aperto l'agenzia viaggi in piazza Indipendenza a San Donà, proprio sotto il porticato del Comune, “Last Minute Tour” gruppo Uvet.

Un segno di speranza e coraggio in questo periodo di negatività imperante dovuto alla pandemia. Chi li considera visionari o avventati non considera le potenzialità di un settore soffocato per mesi che dovrà ripartire di slancio con personale preparato e creativo. «E' un progetto che parte da lontano», spiega il sandonatese Tommaso Montagner, «con varie collaborazioni precedentemente consolidate. Abbiamo pensato a dei pacchetti viaggi creati da noi su misura in base alle esigenze. Certo non è facile in questo periodo, ma noi ci crediamo e siamo fiduciosi perchè tutto passerà e la gente avrà sempre voglia di viaggiare e scoprire nuovi paesi come è insito nell'animo umano. Stiamo anche collaborando con i Comuni per il turismo “incoming” e quindi per la valorizzazione dei nostri territori e delle nostre eccellenze».

«Consideriamo che nessuno ci sta aiutando», continua, «non abbiamo avuto ristori e il Governo non ha ascoltato le nostre richieste di aiuto e il grido d'allarme del turismo. I clienti sono pronti per iniziare a viaggiare, anche se in Italia al momento sembra vietatissimo, come in Inghilterra. Abbiamo richieste e anche per posti lontani, quali Usa, Giappone, Grecia, e naturalmente Italia dove si concentrerà la domanda. Questo è un buon momento per organizzare un viaggio, i prezzi sono competitivi e noi garantiamo tutte le assicurazioni in caso di emergenze che impediscano di spostarsi all'improvviso».

Silvia Iannelli e Massimiliano Martini
Silvia Iannelli e Massimiliano Martini

I parrucchieri L'inaugurazione è stata fatta in zona arancione, ma è stata una delle più apprezzate e commentate in modo entusiastico nella città sulle rive del Piave. A San Donà i giovani imprenditori e artigiani non si sono fermati e hanno voluto investire nelle loro attività senza farsi cogliere dalla paura della pandemia che ha fermato tante aziende. Hanno deciso di aprire in pieno centro a San Donà i parrucchieri Silvia e Massimiliano che hanno così lanciato “To.Get.Hair” acconciatori in via XIII Martiri nel cuore della città.

Un salone che è stato subito preso d'assalto dai primi clienti alla ricerca di acconciature moderne e di tendenza. Hanno apprezzato soprattutto la vivacità e il tocco di colore in un periodo grigio in cui in città si vedevano ancora poche persone, intimorite da restrizioni e messaggi negativi sui contagi. I due giovani non però hanno avuto esitazioni, anche perchè sono stati messi nelle condizioni di lavorare dopo le chiusure forzate del lockdown. Resta la difficoltà nell'investire in una nuova attività quando l'economia di un Paese è ferma per l'emergenza Covid che ancora rallenta la sofferta ripartenza.

Nonostante un 2020 che ha messo a dura prova l'economia di molti settori, la giovane imprenditrice Silvia Iannelli, di 23 anni, in collaborazione con un parrucchiere storico di San Donà di Piave, Massimiliano Martini, ha voluto investire in un nuovissimo progetto di benessere. Il 26 gennaio hanno così aperto il salone di bellezza in via XIII Martiri 20.

Gaetano Ranavolo e il figlio Francesco
Gaetano Ranavolo e il figlio Francesco

Il caffè Sono arrivati da Napoli nell’ agosto 2019 desiderosi di farsi e darsi un futuro qui, di avere qualche opportunità in più rispetto al capoluogo campano. Hanno preso casa a Mogliano Veneto e da lunedì 1 febbraio, dopo un restauro interno, gestiscono il bar Civico 74 di Cappella di Scorzè, proprio davanti alla chiesa. Sono papà Gaetano e figlio Francesco Ranavolo, rispettivamente di 56 e 20 anni, che hanno preso in affitto il locale. E lo hanno fatto in piena pandemia ma con tanta voglia di guardare in avanti con ottimismo.

«Ho un diploma in micro-biochimico» racconta Francesco Ranavolo «mentre mio papà era impiegato. Ha lasciato il suo lavoro per darmi un futuro, per creare qualcosa per me. Così con la mamma Annamaria e la sorella Noemi siamo venuti qui. Abbiamo visto che c’era questa occasione e scelto di provarci. Io sono stato cameriere per un anno, mio papà ha fatto il barista». E’ stato soprattutto il giovane a spingere il genitore ad aprire l’attività.

«Il momento non è facile» racconta «ma volevo dare un segnale di speranza pure ai ragazzi: se non siamo noi a spingere verso la ripresa, chi lo fa? Dobbiamo imprimere noi la forza di rialzarsi» La prima settimana di lavoro è stata vissuta tra alti e bassi ma era nelle previsioni. «Le domeniche e i lunedì sono andati bene» continua Francesco «gli altri giorni un po’ così e così. Ma siamo all’inizio, dobbiamo farci conoscere».

 

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