Mestre, la protesta dei centri sociali per la Flotilla: «Blocchiamo tutto»

Gli attivisti mestrini dei centri sociali si sono dati appuntamento in piazzetta Coin, in pieno centro, ma è solo un anticipo: venerdì 3 invaderanno i collegamenti stradali tra laguna e terraferma

Giacomo Costa
Venezia, la protesta dei centri sociali per la Flotilla: «Blocchiamo tutto»
Venezia, la protesta dei centri sociali per la Flotilla: «Blocchiamo tutto»

“Non sono salpate solo cinquanta barche, verso Gaza, con la Global Sumud Flotilla si sono mobilitate centinaia di migliaia di persone. Noi siamo gli equipaggi di terra, il fronte di casa, e se gli aiuti sono stati bloccati in mare noi non possiamo stare in silenzio, non riusciremmo a dormire la notte. Non si può più tornare indietro”.

Ancora a centinaia, giovedì sera, a sventolare le bandiere palestinesi, a scrivere a colpi di bomboletta l’ennesimo “blocchiamo tutto” sulla tela di uno striscione.

I centri sociali mestrini per la Flotilla: «Non succede da 15 anni, domani blocchiamo tutto»

Gli attivisti mestrini dei centri sociali si sono dati appuntamento in piazzetta Coin, in pieno centro, ma è solo un anticipo: se alle 18.30 è stata scelta un’area pedonale, il giorno seguente, venerdì, i cortei di protesta invaderanno invece i collegamenti stradali tra laguna e terraferma; alle 9 del mattino i manifestanti partiranno dalla stazione di Mestre e da campo Santa Margherita a Venezia, l’obiettivo è il ponte della Libertà: “Questo è un trailer, è un’anticipazione”, dice Sebastiano Bergamaschi del centro sociale Rivolta, “Domani blocchiamo il ponte: non succede da 15 anni, domani è l’appuntamento con la storia. Domani non solo blocchiamo tutto, ma tutto ce lo riprendiamo”.

E poi, di nuovo, non appena lo striscione di testa è pronto a segnare la via, il picchetto diventa corteo: si allarga, si allunga, si gonfia di nuovi volti e nuove bandiere mentre marcia lungo via Poerio, mentre riempie piazza Ferretto e poi svolta per via Manin. Quando arrivano ai piedi del municipio di via Palazzo il megafono dichiara mille partecipanti. Tra loro anche Luca Casarini, di Mediterranea, che segue il furgone con le casse affianco a Gianfranco Bettin.

“L’amministrazione comunale, dopo gli attacchi del 7 ottobre, ci ha messo due ore a esporre la bandiera israeliana”, tuona la voce amplificata che guida l’assalto lento, “Non sono bastati due anni a convincerli a issare invece i colori della Palestina”.

E allora ci hanno pensato loro: i pennoni sulla facciata della sede comunale di terraferma vengono conquistati in fretta, con la stessa sicurezza con cui, una settimana prima, gli attivisti si sono presi il porta stendardo della piazza. Il rosso, il verde, il bianco e il nero arrivano così sullo stesso balcone con il tricolore, il gonfalone e la bandiera europea.

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