«Venezia ci snobba sempre abbiamo bisogno d’aiuto»

La protesta dei ristoratori che, come gli altri operatori economici, vengono da fuori Bruniera: «Lavori pubblici lasciati a metà, trasporti scomodi e turismo in calo» o
Interpress Morsego Venezia, 06.08.2009.- Inaugurato, dopo il restauro il "Ponte del Diavolo a Torcello.- Nella foto: l'Ass.Mara Rumiz e Don Ettore Fornezza attraversano il ponte.-
Interpress Morsego Venezia, 06.08.2009.- Inaugurato, dopo il restauro il "Ponte del Diavolo a Torcello.- Nella foto: l'Ass.Mara Rumiz e Don Ettore Fornezza attraversano il ponte.-

Chi lavora su quest'isola arriva da fuori. Salgono e scendono dai battelli i titolari e i dipendenti dei quattro ristoranti, dei chioschetti, del museo, dei negozi, delle bancarelle di souvenir, e dunque di tutte le attività che rappresentano il fervore economico di Torcello.

«Ce non ci fossimo noi, questo paradiso verserebbe nel degrado – dicono all'unisono – Eppure non c'è mai da stare allegri, si può fare di più e meglio per tenerlo in vita».

I ristoratori hanno una lista bella lunga di cose che non vanno e che vorrebbero veder scuotere seriamente l'amministrazione comunale. Mauro Bruniera, titolare del “Trono di Attila” ha pronta sul tavolo da mesi una lettera da mandare ai giornali. I tasti dolenti vanno dal ponte provvisorio in ferro rosso, realizzato a maggio per consentire il tragitto verso la Basilica durante il restauro di quello originale; alla fondamenta che dopo una recente sistemazione dà già segni di cedimento; al campanile in restauro che non vede l'alba della sua rinascita e, infine, alla spinosa questione dei battelli che, da anni, non effettuano più le corse dirette da Venezia ma si fermano a Burano, dove si è costretti a scendere, attendere almeno venti minuti e cambiare.

Bruniera non trattiene il fiato: «Il ponte in ferro ha i gradini troppo alti: i disabili in carrozzella fanno dietro front perché non lo possono attraversare; al nostro lavoro principale si aggiunge il servizio di pronto soccorso per i turisti, che ci chiedono sedie, disinfettanti e cerotti quando inciampano camminando lungo la fondamenta».

Ma non è tutto, Bruniera è davvero sconfortato di fronte a un quadro immobile: «Se aggiungiamo tutto questo al calo del flusso turistico che testimoniamo da quando i battelli si fermano a Burano, ne viene fuori un quadretto a dir poco sconcertante. Venezia ci snobba, abbiamo bisogno di una mano».

A Torcello arriva il mondo: basta dare un occhio al libro d'oro della Locanda Cipriani, che il maître Diego Mellara mostra con orgoglio. Di recente, hanno fatto visita al luogo di ispirazione di Ernest Hemingway i Brangelina con tutti i loro figli, Bryan Adams, Rupert Everett e Mellara ricorda bene anche un singolare buffet organizzato a Villa Baslini per il compleanno del cane di un ricco lord inglese.

Tutto vero: il fortunato labrador in ghingheri atterrò qui con l'elicottero per la sua personale festa. L'impressione è che Torcello continui a vivere di luce riflessa ma fatichi a rinnovarsi, restando all'ombra delle altre isole pur avendo un potenziale immenso.

Lo dice il giovane Luigi Zane, che commenta la sua vita torcellana dal bellissimo giardino del ristorante di famiglia, “Villa '600”: «Sono anni che segnaliamo disagi ma nessuno ci ascolta e la situazione si aggrava. Ogni anno che passa i problemi s’ingigantiscono. Torcello vive della sua fama, della sua poesia, ha tanti estimatori che vengono nei fine settimana ma in pochi ci capitano per caso ed è un peccato. Perché la Biennale non porta qui parte delle sue esposizioni? Perché ostinarsi a non fare arrivare il battello diretto da Venezia? Continuo a chiedermelo ma inutilmente perché nessuno sa rispondermi». (sil.zan.)

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