Venezia. Anche il “tanko” e Jude Law nei disegni per le barriere davanti alla Basilica

Lettera di Tesserin: «Fate presto». I dubbi tecnici sulle chiusure di Boeri. In settimana la riunione del Comitato tecnico
L'immagine del tanko dei Serenissimi come apparirà in una delle barriere ideate
L'immagine del tanko dei Serenissimi come apparirà in una delle barriere ideate
VENEZIA. C’è anche il “tanko” dei Serenissimi davanti alla Basilica. E l’attore Jude Law che passeggia. Rendering molto sufgestivi, quelli per la difesa della Basilica di San Marco. Ma allo stato attuale «non realizzabili dal punto di vista tecnico». L’idea dell’architetto milanese Stefano Boeri è all’esame degli uffici del Provveditorato. Dovrà trovare una sistemazione operativa, e poi essere sottoposta al vaglio della Soprintendenza, che già aveva approvato nel febbraio scorso la proposta della Soprintendenza. . Modificata per volontà della commissaria Elisabetta Spitz.
 
Così è nata l’idea di affidare una consulenza all’archistar milanese. Che ha «corretto» la proposta originaria.
Le carte pervenute in questi giorni a palazzo Dieci Savi non rappresentano però un vero e proprio progetto. «Lo studio non è responsabile dei materiali e di questioni tecniche», tiene a precisare Boeri. Non c’è nemmeno una relazione tecnica. Che adesso dovrebbe essere integrata dagli ingegneri della Procuratoria. Ma tutto questo fa ancora «perdere del tempo».
 
Così il Primo procuratore di San Marco Carlo Alberto Tesserin ha inviato una nuova lettera alla commissaria Spitz e al provveditore alle Opere pubbliche Cinzia Zincone. Ricordando l’urgenza di intervenire in difesa dei marmi di Sa marco, dopo l’Aqua granda del 12 novembre e le ripetute alte maree dell’autunno scorso. Il fatto nuovo è che solo pochi giorni fa, in pieno giugno e dunque fuori stagione, l’acqua alta si è vista di nuovo. Una punta oltre i 110 che ha mandato sotto 4 centimetri d’acqua i pavimenti e le colonne della Basilica, dove erano in corso i restauri per i danni del 2019.
 
«Noi non vogliamo entrare nelle polemiche fra progettisti», scandisce Tesserin, «ma abbiamo il dovere di ricordare che il tempo passa, e dobbiamo fare presto. Il nostro obiettivo è quello di difendere la Basilica, in attesa della conclusione del Mose e della realizzazione delle difese locali di piazza San marco, da tutte le alte maree. Abbiamo presentato un progetto cinque mesi fa. Non possiamo permetterci davanti al mondo altri ritardi».
 
Entro la settimana il Provveditorato dovrebbe convocare la riunione della Commissione tecnica per esaminare i progetti. E dare il via, si aspettano in Procuratoria, almeno al primo stralcio di lavori nel sottosuolo. Il progetto originario, elaborato dagli ingegneri Andrea Rinaldo e Pierpaolo Campostrini e dall’architetto Mario Piana, ex vicesoprintendente e proto di San Marco, prevedeva di isolare l’acqua intorno alla Basilica, con lastre di vetro alte un metro e 20. «Opera provvisoria».
 
Ma adesso è arrivata la proposta Boeri. Che è già stata demolita dal punto di vista tecnico da un parere dell’ingegnere Andrea Rinaldo, consulente del Provveditorato. Perplessità sulla tenuta idraulica del sistema, visto che le aperture per il pubblico sono state modificate, e adesso rese simili a un carrello scorrevole. Ma anche sulla tenuta dei nuovi pilastrini in vetro – e non più in acciaio-. Dubbi sulla sicurezza e sul nuovo posizionamento delle barriere, più lontane dalla Basilica di circa un metro e mezzo, proprio sopra l’area archeologica. Adesso toccherà esaminare i rendering. E dare un parere tecnico. Senza ulteriori ritardi. All’autunno mancano tre mesi. —
 
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