A Venezia abbattuti gli alberi a Sant’Agnese, intercettato il blitz di Extintion Rebellion
Motoseghe nella mattinata di martedì 12 agosto nonostante la mobilitazione popolare. Bloccato il tentativo di blitz degli attivisti che volevano bloccare le operazioni arrampicandosi sugli alberi

Si è chiusa nella mattinata di martedì 12 agosto, a colpi di motosega, la battaglia che da due mesi vede contrapposti Comune di Venezia e residenti del centro storico impegnati nella difesa ad oltranza degli alberi di Sant’Agnese.
I tecnici del consorzio Zorzetto sono arrivati alle 6.30, protetti da un cordone di sicurezza di carabinieri e polizia, e subito sul posto si sono affrettati anche i comitati cittadini e gli attivisti di Extintion Rebellion, allertati a forza di passaparola.

Il tentativo di un blitz di protesta, però, è naufragato subito: i ragazzi non sono riusciti ad arrampicarsi sugli alberi per scongiurarne l’abbattimento, le forze dell’ordine li hanno bloccati e identificati. I giardinieri hanno quindi potuto portare a termine il loro incarico nell’arco di un paio d’ore.

Gli alberi di Sant’Agnese - ancor più di quelli di campo San Giacomo de l’Orio - sono stati al centro delle contestazioni cittadine sin dai giorni immediatamente successivi all’incidente del 2 giugno, quando un leccio è crollato ai margini di piazzale Roma, travolgendo e ferendo una dozzina di persone. Quel disastro ha fatto partire una stagione di abbattimenti in tutto il territorio comunale veneziano, operazioni che Ca’ Farsetti ha spiegato essere già in programma da tempo ma che hanno sollevato comunque aspre polemiche da parte delle opposizioni cittadine e dei gruppi ambientalisti, convinti che in molti casi sarebbero state possibili soluzioni alternative per mettere in sicurezza le piante.
«Sui due alberi di Sant’Agnese, il Comune ha negato una controperizia a nostre spese», insistono i comitati dopo l’abbattimento di martedì mattina, «Non erano malati e si potevano sicuramente curare, potare ed eventualmente mettere in sicurezza con un sostegno».
Il caso del leccio
Intanto sul caso del leccio di piazzale Roma, amministrazione comunale e consorzio Zorzetto si parlano per avvocati: la Procura di Venezia ha acquisito tutti i documenti, compresa la pec con cui Ca’ Farsetti ordinava alla ditta di rimuovere la pianta malata in tempi brevi.
Diversa la versione del consorzio che, tramite il suo legale Paolo Vianello (studio Palese), specifica come, oltre alla mail certificata, la procedura preveda anche un’ordinanza comunale e da quella scattino i cinque giorni di tempo per portare a termine le operazioni.
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