Valle Ossi, speculazione a marchio Lega

ERACLEA
La Lega ha fatto da testimonial alla grande speculazione di valle Ossi. Pubblicamente l’assessore regionale Daniele Stival, nella campagna elettorale in vista delle amministrative di Eraclea, ha organizzato un incontro pubblico magnificando le grandi opportunità che l’intervento offriva per il turismo della zona. Presente pure il sindaco di Jesolo Francesco Calzavara e per avere maggiore appeal, nei manifesti si garantiva pure la presenza del presidente della Regione Luca Zaia anche quella sera non andò ad Eraclea.
Un’operazione immobiliare da mezzo miliardo di euro e che aveva come finanziatore un commerciante di vacche veronese, Giovanni Montresor, l’evasore fiscale che nel 2010 si è “dimenticato” di dichiarare 65 milioni di euro incassati dalla vendita del terreno di valle Ossi, 180 ettari, dove il fondo lussemburghese “Copernico” doveva realizzare la speculazione immobiliare più mastodontica degli ultimi decenni sul litorale. Una vicenda che in futuro potrebbe regalare grosse sorprese al mondo politico-economico del Veneto.
Ironizza ora il consigliere regionale del Pdl Moreno Teso: «Nel caso esistesse la cosiddetta Padania, il ministro Daniele Stival che ha fatto da testimonial al più grande evasore dello stato padano, si dimetterebbe, oppure no?». Teso da sempre si è battuto contro questa operazione sulla quale da tempo si sente odore di bruciato.
A Eraclea prima che la Guardia di Finanza scoprisse che dietro all’affare c’era l’evasore fiscale Montresor con i suoi milioni di euro portati in Lussembrurgo il fondo voleva dire Bruno Barel, il noto avvocato amministrativista trevigiano che in zona si era presentato come presidente dello stesso fondo e aveva incontrato i rappresentanti delle varie categorie economiche. Questo per trovare una collaborazione tra chi investiva e chi poi poteva lavorare durante la realizzazione della colata di cemento. Incontrò i rappresentanti del mondo degli artigiani e di quello del commercio. E naturalmente, era inevitabile che non fosse così considerata la mole dell’intervento, prospettò vantaggi per tutti.
Non si dubita minimamente della buona fede del professor Barel, sul fatto che non sapesse che l’ottanta per cento del fondo che presiedeva era frutto di evasione fiscale. E che evasione fiscale. Il Gico della Guardia di Finanza di Venezia naturalmente non ha trascurato nessun aspetto di questa vicenda. Per ora tutto è stato bloccato. Nessuno da un punto di vista politico si vuole assumere la responsabilità di portare avanti l’operazione. I regolamenti di conti a livello politico, si ha l’impressione, sono appena iniziati.
Bisogna poi capire se il fondo lussemburghese ha ancora intenzione di realizzare il mega intervento.
Carlo Mion
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