«Uomo buonissimo e riservato, amava i cani»

VENEZIA. È toccato alla nipote Marta Moretti il difficile compito di avvisare la zia della tragedia. La polizia non riusciva a rintracciare nessuno nella casa dei coniugi di Cannaregio, vicino al cinema Giorgione. La donna è andata ad avvisare la moglie Maria Roberta a Tarso, in provincia di Treviso, dove la coppia ha una piccola dimora. Dopo aver appreso la notizia della scomparsa di Giovanni Moretti, la famiglia si è chiusa nel silenzio, sotto choc. Tutti conoscevano Giovanni Moretti, nome inscindibile dalla storia di Murano, dal vetro e dalla professionalità acquisita dopo una vita trascorsa in mezzo alle fornaci, agli artisti e ai maestri vetrai. Insieme al fratello Carlo, mancato all’improvviso nel 2008 per un infarto, i due Moretti avevano fatto crescere l’azienda di famiglia, conosciuta come la «Carlo Moretti spa» e venduta solo di recente alla Duvetica Piumini. A Venezia è rimasto ancora un negozio, «L’Isola», in Calle delle Botteghe vicino a Santo Stefano. «Quando è mancato il fratello», racconta la nipote, «ha dovuto pensare al futuro dell’azienda e, non avendo figli, non ha voluto vendere al primo acquirente, ma ha cercato chi avrebbe continuato a valorizzare il vetro». La passione per il suo lavoro non lo abbandonava mai tanto che, a 73 anni, la settimana scorsa aveva allestito e organizzato due eventi per il «Fuorisalone» del Salone del Mobile di Milano. Nella celebre via della Spiga al numero 48 aveva infatti appena inaugurato uno show room con uno spazio dedicato alla vendita. Lo stesso giorno, al Duvetica Store di via Santo Spirito 22, aveva curato un’esposizione di sculture, alcune inedite provenienti dalla collezione privata e altre storiche, come i famosi “Monoliti”.
«Aveva iniziato quest’avventura», prosegue la nipote, «quando aveva quasi 18 anni. Un tempo l’azienda faceva bicchieri, ma i due fratelli hanno saputo dare una svolta storica, trasformandola in un punto di riferimento. Giovanni era un uomo buonissimo e riservato, amava i cani e aveva una grande capacità di scrivere storie oltre che di raccontarle».
Vera Mantengoli
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