Unioni civili a San Donà arrivano le prime richieste

Dopo le polemiche a Musile, adesso tocca al Comune guidato da Cereser (Pd) Il vicesindaco Trevisiol ha detto no, come Gobbo che ha celebrato 900 matrimoni

Nozze gay, ora è il turno di San Donà, dopo le due donne unite civilmente a Musile, e anche i due uomini di Oderzo, che hanno dissestato gli ambienti della Lega, alla sinistra del Piave. Il Comune di San Donà si prepara ad accogliere i primi casi di unioni civili. Sono già arrivate alcune richieste che a breve verranno formalizzate. Si parla di una coppia storica pronta a fare il grande passo e altri tre o quattro coppie omosessuali che hanno espresso il desiderio di unirsi.

A San Donà, dove governa il Pd, non dovrebbero sorgere problemi. Solo il vicesindaco, Luigi Trevisiol, sarà obiettore, o meglio non ci sarà all’appello, come ha già detto. Ma lui fa parte di una lista civica di centrodestra alleata al Pd. Il campione dei matrimoni, a quota 900, Alberto Gobbo, di FI, con la sua delega speciale, ha detto che non le celebrerà, abituato a baciare sempre la sposa. Ma a parte questi due esponenti politici, non si sono altre obiezioni.

Intanto, il sindaco Andrea Cereser spacca il fronte leghista ed esprime la sua solidarietà alla collega di Musile, Silvia Susanna, dopo la celebrazione dell’unione civile tanto contestata dai vertici leghisti, a Musile come a Oderzo dopo un altro sindaco, Maria Scardellato, è finita nell’occhio del ciclone per aver celebrato l’unione tra due uomini.

«Un sindaco ha due grandi doveri da rispettare», premette Cereser, «quello verso la legge e quello verso i cittadini. E Susanna, celebrando un’unione civile, li ha rispettati entrambi e non merita attacchi gratuiti per aver interpretato al meglio il proprio ruolo di rappresentante della sua comunità. La lealtà verso la propria parte politica è su un piano assolutamente distinto rispetto al dovere che si ha verso la legge e verso i cittadini, che è sempre prevalente».

«Su questioni etiche è dovuto rispetto a chi ha opinioni diverse, e proprio per questo non si può pensare di imporre un proprio pensiero a chi deve applicare una legge», aggiunge Cereser, «trovo quindi fuori luogo i tentativi di diktat da parte della Lega verso una persona che ha giurato sulla Costituzione italiana di rispettare e far rispettare le leggi, e solo secondariamente è militante di un partito».

Critiche alla Lega anche da Oliviero Leo, che ha evidenziato “due pesi e due misure” nelle critiche della Lega che si sono abbattute soprattutto sull’Opitergino e non sul Basso Piave, dove Susanna era stata graziata e la notizia della sua unione passata inizialmente in sordina nonostante fosse la prima nel Basso Piave.

Giovanni Cagnassi

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