«Unesco, imbarazzante visitare Venezia a gennaio»

Così Isabelle Kahna, presidente dell’associazione «Les Ailes de Venise» «È il mese meno rappresentativo, in alta stagione anche 8 navi al giorno»

Esiste una Venezia a gennaio fatta di comitive turistiche, temperature rigide, Carnevale. E poi esiste una Venezia d’estate, in cui accanto alle solite calli stracolme di visitatori c’è anche un altro fattore che impatta non poco con lo scenario generale cittadino: il via vai continuo di grandi navi in laguna. Ed è per questo che a più di qualcuno è sembrata stonata la scelta dei commissari Unesco di visitare il centro storico e la sua laguna in un periodo «morto». Ancor di più se in ballo c’è proprio la conservazione, e la salvaguardia, della città d’acqua da quei problemi che si manifestano soprattutto in alcuni periodi dell’anno.

Ecco perché secondo Isabelle Kahna, presidente dell’associazione «Les Ailes de Venise» (attiva nella promozione di appuntamento cultiurali e turistici compatibili con la fragilità di Venezia) la scelta di ispezionare e informarsi nel mese di gennaio sull’andamento della lotta contro il turismo di massa che sta consumando Venezia «è sembrata a dir poco imbarazzante». Ed è proprio a Audrey Azoulay, direttrice generale dell’Unesco, che l’associazione veneziana si rivolge.

«Gennaio è chiaramente il mese meno rappresentativo di tutto l’anno di quello che Venezia è diventata», scrive nella sua lettera, «Com’è possibile avere uno sguardo critico su Venezia quando a gennaio non passa nessuna delle Grandi Navi che contribuiscono a fare di Venezia la città più inquinata d’Italia, quando in alta stagione ce ne sono fino a otto al giorno? Com’è possibile essere obiettivi quando la città iper-turistica che accoglie più di 30 milioni di visitatori su soli 7 km quadrati l’anno, a gennaio, quando non c’è più nessuno? Non vi si trovano nemmeno i Veneziani che solitamente approfittano di questo periodo per andare in vacanza».

E oltre alla salvaguardia della laguna, con l’erosione costante dei fondali provocata dal passaggio delle grandi navi e denunciata dagli esperti, c’è anche il problema dell’inquinamento. Già perché secondo il rapporto pubblicato da “Transport & Environment”, lo smog provocato dal traffico di crociere è maggiore rispetto a quello veicolare. Il report infatti mette in luce come solamente le 47 navi da crociera della compagnia Carnival Corporation emettano circa 10 volte più ossidi di ossidi di zolfo (SOx) rispetto il totale delle auto presenti in Europa, cioè circa 260 milioni di veicoli.

Meglio sarebbe stato vedere con i propri occhi ciò che mette a repentaglio Venezia in un altro periodo dell’anno. «Verrà detto che la soluzione di non far più passare le Grandi Navi davanti al canale San Marco e che l’Unesco ha descritto nel luglio 2019 come un progresso», conclude amara Kahna, «è in realtà una soluzione decretata dai maggiori esperti ambientali della laguna poiché rafforza lo scavo del fragile ecosistema lagunare e moltiplicando gli effetti dell’acqua alta? ». –

E. P.

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