Una valvola nel polmone per bloccare la Tbc

MESTRE. L’équipe chirurgica del reparto di Pneumologia dell’Ospedale dell’Angelo è stata la prima in Veneto a impiantare nei polmoni di una donna una valvola in grado di sconfiggere la tubercolosi. Il delicato intervento è stato praticato lo scorso anno, ma del quale il primario Loris Ceron ha voluto dare notizia solo ieri alla luce degli effetti tangibili e positivi che la paziente ha potuto riscontrare in questi ultimi tempi, potendosi allo stesso modo dire anche guarita.
L’eccezionale intervento chirurgico che apre molte speranze ai malati di turbercolosi - una malattia antica e in gran parte debellata, ma non del tutto - ha riguardato una donna veneziana di 45 anni, curata con la tecnica delle “valvole endobronchiali”, utilizzata in Italia finora solo all’ospedale dell’Angelo e in altri cinque casi nelle strutture sanitarie di Firenze. «L’uso di valvole applicate nei polmoni aggrediti dalla tubercolosi è quasi un ritorno alle terapie antiche» ha sottolinea il dottor Ceron «infatti, prima dell’avvento dei moderni antibiotici antitubercolari a chi si ammalava di Tbc si praticava lo pneumotorace terapeutico: si faceva collassare il polmone ammalato rendendolo inutilizzabile per la respirazione, ma creando anche un ambiente ostile per i bacilli della tubercolosi. In questo modo di poteva sconfiggere l’infezione polmonare».
La terapia eseguita all’Angelo con la tecnica innovativa delle valvole endobronchiali, consente di intervenire in maniera selettiva: «dei cinque lobi che costituiscono i due polmoni», ha spiegato ancora il primario del reparto di Pneumologia dell’Ospedale dell’Angelo «si fa collassare solo il polmone quello ammalato, bloccando l'aria in ingresso e permettendone la sola fuoriuscita. Le valvole possono essere poi rimosse senza conseguenze per il paziente, e non è detto che il lobo, prima ammalato e fatto collassare dalla valvola meccanica, non possa poi venire recuperato anche parzialmente». Il polmone guarito aiuta così a guarire anche l’altro.
La Tubercolosi come sintomi porta a una persistenza della tosse, catarro striato di sangue e febbre poco sopra ai 37 gradi. Su 100 persone che vengono a contatto con il batterio della Tbc solo 5 contraggono la Tbc polmonare, le altre ne sono immuni. Ma questo – spiegano i sanitari – non significa che la malattia non possa riattivarsi in seguito. In Italia interessa principalmente gli anziani, una fascia di età che va dai 70 ai 90 anni. Mentre interessa una fascia giovane, dai 20 ai 50 anni, se parliamo degli immigrati. In Veneto si registrano 500 casi all’anno, di cui 280 italiani e 230 immigrati. Le strutture dell’Asl 12 (nelle quali i ricoveri riguardano tutta la provincia) nel 2013 hanno registrato 30 casi, lo scorso anno 43.
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