Una lavanderia in crisi a rischio 35 posti di lavoro

Eraclea. La denuncia della Cisl per la difficile situazione dell’azienda “Ve.La” «Si sono fatti avanti degli imprenditori cinesi». Domani l’incontro a Venezia

ERACLEA. Sono 35 i lavoratori a rischio alla lavanderia industriale di Torre di Fine Ve.La srl. Da una settimana infatti sono a casa senza ammortizzatori sociali e senza percepire gli stipendi arretrati. La situazione sta precipitando da alcuni mesi e adesso i sindacati invocano chiarezza per i lavoratori e le loro famiglie visto anche i cambi di proprietà sospetti che stanno compromettendo gli equilibri. Lo denuncia la Femca Cisl. Le famiglie si sono rivolte al sindacato anche perché mancano due mensilità arretrate e il trattamento di fine rapporto.Non sono state versate inoltre due mensilità della cooperativa romana Top Quality A.r.l.

La Cisl ricorda che i lavoratori temevano l’ennesimo fallimento ed erano passati alla cooperativa che aveva liquidato molti debitori e garantito il lavoro a tutti. Erano tornate le speranze in un futuro lavorativo più stabile, quando sono giunti altri segnali di paura tra i dipendenti. L’azienda è una di quelle che dà più lavoro nella zona di Eraclea e pertanto è sempre stata un punto di riferimento anche per il sindacato che adesso sta seguendo le trattative con apprensione e domani sarà a Venezia per discutere con tutte le parti interessate sul da farsi in queste settimane molto importanti per arrivare a un accordo definitivo, che dia le certezze di cui queste famiglie hanno assoluto bisogno in un periodo di crisi, in cui trovare un nuovo impiego sarebbe estremamente difficile per tutti.

«Veniamo a conoscenza», dice il sindacalista Alberto Cavallin della Femca Cisl, «che nel capannone sono entrati degli imprenditori e lavoratori cinesi. Molti sono i punti da chiarire arrivati a questa fase. Si va dai costi esorbitanti di lavoro dichiarati da Ve.La. al tentativo di riallacciare le relazioni tra area commerciale e produttiva fino a capire se i lavoratori siano stati sostituiti da manodopera cinese».

Domani negli uffici della Città metropolitana di veneziana il sindacato ha convocato tutti gli attori di questa vicenda. «Avevamo quasi finito», aggiunge il sindacalista, «di gestire l’ultimo fallimento attraverso il nostro ufficio vertenza Cisl sempre della stessa azienda e ora la situazione è degenerata. Le istituzioni ci devono assistere per fare chiarezza e tutelare le famiglie coinvolte, favorendo la ripresa dell’attività lavorativa».

Giovanni Cagnassi

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