Un gps sul dorso dei gabbiani per evitare collisioni con i jet

Save finanzia un nuovo studio dei ricercatori di Ca’ Foscari sulle rotte degli uccelli in laguna Dopo 5 anni di collaborazione il rischio di impatti con aerei a Tessera è sceso al 2 per mille
Di Gianni Favarato

TESSERA. Zainetto in spalla, o meglio sul dorso piumato, con tanto di dispositivo gps per far conoscere ogni suo movimento ai ricercatori dell’università Ca’ Foscari, le traiettorie di volo e aiutarli a capire le cause dei loro spostamenti eventualmente pericolosi per gli aerei in decollo o atterraggio all’aeroporto Marco Polo di Tessera. I dati trasmessi dal dispositivo satellitare installato sul dorso di dieci gabbiani “guida” saranno acquisiti, via “bluetooth”, direttamente su un computer che li sovrapporrà su una mappa della laguna di Google. Una mappa che permetterà di prevenire eventuali collisioni con gli aerei da parte degli stormi di gabbiani che potranno essere cacciati altrove dai falchi appositamente addestrati in servizio da anni al Marco Polo, oppure intervenendo direttamente nei luoghi che li attraggono, come discariche di rifiuti o impianti di trattamento.

La curiosa ricerca è stata affidata da Save spa (la società di Enrico Marchi che gestisce lo scalo veneziano) a un gruppo di ricercatori (Cecilia Soldatini, Vyron Georgalas, Yuri Albores, tutti “assegnisti” con contratto da precari) del dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica dell’università di Venezia, coordinati da Patrizia Torricelli. La colloaborazione tra Save e Ca’ Foscari è iniziata nel 2005 e a furia di ricerche sugli spostamenti degli uccelli (colombi, anatre, gabbiani, aironi, ecc.) che possono minacciare la pista del Marco Polo, ha prodotto un metodo innovativo di analisi del rischio di impatto tra aerei e uccelli denominato Birdstrike Risk Index (Bri), stilato sulla base di un monitoraggio ambientale e faunistico che tiene conto sia della frequenza che della gravità degli impatti sulla base delle specie di volatili, dimensioni, peso, comportamento e che consente all’aeroporto di mettere in atto azioni di «mitigazione del rischio calcolato».

Il metodo è stato recepito da Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) come «standard nazionale» e inserito come protocollo di sicurezza nella direttiva ministeriale entrata in vigore in tutta Italia alla fine del 2011 per aggiornare la normativa che stabiliva solo il numero annuo di impatti con volatili che un aeroporto non poteva superare, cioè 5 impatti ogni 10 mila movimenti d’aereo. «Oggi invece» spiega Cecilia Soldatini, laureata a Ca’ Foscari e dottoranda col professor Danilo Mainardi «il gestore aeroportuale è tenuto a compilare ogni anno un indice di rischio uccellli in volo che tiene conto sia della frequenza che della gravità dei possibili impatti sulla base delle specie di volatili, dimensioni, peso, comportamento». Gli impatti di tutti i generi (compresi quelli con un unico volatile) che hanno provocato danni ai motori degli aerei senza complicazioni per volo e passeggeri, al Marco Polo nel 2010 sono stati 29, dei quali 4 con gabbiani, 1 con uno stormo di gheppi e 13 con rondoni.

Poca cosa rispetto ad altri aeroporti costieri italiani, tant’è che l’indice di rischio collisione ((Bri), che secondo Enac non può superare quota 0,5 (per mille), nello scalo veneziano nel 2011 è stato pari a 0,2. Un valore così basso da far sì che una compagnia aerea di lusso, come l’americana Delta Airlines, lo ha premiato come l’aeroporto più «sicuro» d’Italia.

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