Un albergo al posto delle Elisabettine di via Sandro Gallo

LIDO. Gli istituti religiosi se ne vanno, per la crisi delle vocazioni religiose che li costringe a chiudere e al loro posto spuntano gli alberghi o le residenze alberghiere. Un fenomeno sempre più frequente in laguna e l’ultimo caso riguarda l’ex convento delle Suore Francescane Elisabettine al Lido, in via Sandro Gallo, all’altezza di Città Giardino.
È stato da poco concesso infatti dal Comune il permesso di costruire per realizzare una nuova costruzione a uso residenziale, con otto appartamenti. Un progetto che erano state le stesse suore a presentare, ma che ha “ereditato” acquistando l’ex convento, l’imprenditore lidense Antonio De Martino, che ha però intenzione di realizzare qui invece un albergo a quattro stelle.
L’autore del progetto è tra l’altro un nome noto, l’architetto Danilo Turato, progettista di fiducia della Regione nell’era Galan e rinviato a giudizio per aver progettato i lavori di ristrutturazione di Villa Rodella, la casa di campagna dell’ex ministro dei Beni Culturali. Tramontato il progetto iniziale di realizzare nella nuova struttura un poliambulatorio medico, si è “virato” appunto, sulla destinazione alberghiera.
Non il primo caso anche al Lido: il complesso delle Canossiane in piazzale della Chiesa a Malamocco è diventato l’hotel Ca’ Alberti. E sempre a Malamocco è stato trasformato a uso alberghiero anche l’ex asilo delle suore di Santa Maria Bambina, anch’esse emigrate. Gli spazi delle Salesiane di fronte alla chiesa degli Alberoni sono stati invece già trasformati in un complesso di appartamenti.
Lo stesso accade anche a Venezia. In attesa di sapere cosa accadrà dell’ex convento delle canossiane di Sant’Alvise - di cui riferiamo a parte - nel novembre scorso hanno abbandonato anche le Figlie di San Giuseppe Rivalba, nel convento in calle degli Ormesini che era qui da oltre un secolo. È anche qui è già pronto il riuso alberghiero per ricavare una quindicina di stanze nei circa 200 metri quadrati a disposizione. Perché il vantaggio degli ex conventi per il mercato è quello di essere già predisposti senza grandi sforzi sul distributivo a ospitare hotel o residenze alberghiere.
A Sant’Elena il convento delle Mantellate -anch’esso abbandonato - è già diventato da tempo l’hotel Sant’Elena. Per i Domenicani di Santi Giovanni e Paolo il pericolo per il momento è scampato, grazie all’arrivo di due nuovi frati. Ma la tendenza sembra ormai irreversibile anche perché la Curia può fare ben poco per arginare il fenomeno, visto che i conventi abbandonati non sono di sua proprietà e tra l’altro il ristrutturarli impegna somme ingenti. Che possono rientrare solo con il ritorno alberghiero.
Enrico Tantucci
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